Roma, 29 nov. (LaPresse) – “Una squadra snella e forte”. Così Mario Monti ha presentato la compagine governativa che sotto la sua guida si è assunta il impegno di traghettare l’Italia fuori dalla crisi. “Se faremo un buon lavoro aiuteremo l’Italia a uscire da una situazione molto difficile”. Il presidente del Consiglio, al termine della cerimonia di giuramento dei 28 sottosegretari, nominati nel corso del Consiglio dei ministri di ieri sera, ha voluto esternare alla stampa il suo pensiero. Accusato nei giorni scorsi di comunicare poco e male e soprattutto di impiegare troppo tempo nell’allestire il governo di “unità nazionale”, Monti ha usato la cornice della sala dei galeoni di palazzo Chigi per spiegare le sue ragioni: “È stato osservato che ho impiegato più tempo del previsto a comporre la squadra di governo. É vero, ma le ragioni per cui ciò è avvenuto sono principalmente due. La prima è che le condizioni di emergenza, che hanno determinato la necessità di formare questo governo, non mi hanno consentito di dedicarmi 24 ore su 24 alla composizione della squadra”.
“Ho dovuto dedicare parte delle mie giornate e anche le notti a stabilire opportuni contatti internazionali” e anche a lavorare sulle linee di politica economica e sociale sollecitate dall’Europa, ha spiegato Monti. La seconda è intrinseca alla natura di questo esecutivo: non essendo composto da politici per i quali divenire membri del governo rappresenta una naturale evoluzione della carriera politica, il premier sostiene di essersi in qualche modo scontrato con le perplessità di alcuni fra i prescelti a far parte della ‘squadra di salvataggio’ e ha dovuto “usare opera di persuasione nei confronti di molti” dei componenti della compagine. La snellezza del suo esecutivo, spiega Monti, è determinata dal fatto che “in termini di numeri rispetto al precedente governo il numero di persone che siederanno in Consiglio dei ministri scenderà da 26 a 19 mentre il numero di sottosegretari scende da 40 a 28”.
Un ruolo particolare in questo governo “al servizio del Paese”, ha aggiunto Monti, lo avrà Vittorio Grilli. L’ex direttore generale del Tesoro, divenuto viceministro all’Economia e alle Finanze (dicastero di cui Monti mantiene la titolarità ad interim), “sarà permanentemente invitato a prendere parte ai Consigli dei ministri”. Per il premier quello varato “è un governo chiamato tecnico che è lieto di vedere attribuita ad esso una cifra di competenza e che al tempo stesso si pone con umiltà al servizio, in particolare, del Parlamento, che è punto di riferimento costante”. “La stampa che ci osserva e quando giudica necessario, giustamente, ci critica, ha capito come é il rapporto tra le forze politiche e questo governo: è un rapporto costruttivo che comporta qualche innovazione statico-dinamica”, ha detto il presidente del Consiglio al termine della cerimonia, aggiungendo che “ogni momento della vita del governo sarà caratterizzato da un rapporto essenziale e costruttivo con le forze politiche, dalle quali veniamo molto rispettati”.
Monti ha voluto infine stroncare ogni polemica nata attorno alla nomine di alcuni sottosegretari: “Stiamo attenti prima di parlare di conflitto di interessi, noi saremo di una trasparenza unica, totale. Essersi dedicati in passato ad attività nella società civile, nelle istituzioni, nell’economia e accettare adesso un impegno di governo – ha sottolineato il premier – significa a mio giudizio una disponibilità generosa e non trascinare con sè interessi del passato”. In merito alle polemiche circa la nomina di Giampaolo D’Andrea a sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, Monti ha tagliato corto: “ho offerto alle forze politiche di scegliere o una personalità di esperienza parlamentare o una di alta valenza tecnica: una ha optato per il primo criterio, una per il secondo. Rispetto entrambe le soluzioni e sono certo che i due sottosegretari si rispetteranno tra loro”.