Milano, 28 nov. (LaPresse) – Silvio Berlusconi anche oggi si è presentato in tribunale a Milano per partecipare all’udienza del processo sul caso Mills, dove deve rispondere di corruzione in atti giudiziari. Un’appuntamento, quello con le aule di giustizia, a cui aveva deciso di non sottrarsi anche mercoledi scorso, quando prese parte all’udienza del processo Mediaset. Questa mattina Berlusconi è arrivato puntuale, verso le 11, a palazzo di giustizia. Si è seduto in aula al fianco dei suoi avvocati, Niccolò Ghedini e Piero Longo ed è rimasto quasi sempre immobile, anche se a tratti è apparso visibilmente assopito. A metà mattinata ha anche lasciato l’aula per concedersi una pausa. “Ho fatto fatica a non addormentarmi”, ha ammesso il Cavaliere durante una pausa del processo che ha definito “farragginoso”.
I pm milanesi, ha aggiunto l’ex premier, tengono in vita un dibattimento che “non avrà nessun esito giuridico, perché a febbraio c’è la prescrizione” e dimostrano una “pervicacia incomprensibile” dato che “c’è la volontà di continuare per arrivare al nulla”. L’udienza di oggi, in sintesi, ha detto, è stata un perdita di tempo: “Tutte le persone che erano in aula – secondo Berlusconi – alcune pagate dai contribuenti italiani e altri dal sottoscritto, perdevano tempo”.
David Mills oggi non ha testimoniato e non si sa se potrà farlo il prossimo 19 dicembre, quando i giudici della decima sezione penale si riuniranno in camera di consiglio per decidere se e come dovrà avvenire la deposizione dell’avvocato inglese. Mills infatti potrebbe essere ascoltato come teste semplice o teste imputato in un procedimento connesso. Un nodo, quest’ultimo, che nelle oltre 5 ore di udienza giudici e avvocati italiani e inglesi non sono riusciti a sciogliere. Prima di tutto sono state rilevate differenze tra le procedure penali dei due Paesi, che inquadrano diversamente la figura del testimone. Poi è stata la volta dell’interprete del pomeriggio, che ha ammesso di essere in difficoltà nel tradurre termini giuridici.
In mattinata era stata la difesa di Mills, in videoconferenza da Londra, a rallentare i lavori chiedendo al pm Fabio De Pasquale di andare di persona in Gran Bretagna ad illustrare le domande che voleva porre al legale inglese e sottoporgli le carte del processo, prima di decidere se testimoniare. I difensori di Mills e di Berlusconi parlano di 255 documenti trasmessi dal pm con espresso divieto di farli vedere allo stesso Mills. Il magistrato milanese spiega che fa tutto parte del fascicolo del processo, che sono carte conosciute da tutti. Longo e Ghedini, invece, affermano che i colleghi inglesi non hanno avuto una traduzione adeguata e devono avere il tempo per studiare il fascicolo. Saltano quindi le udienze del 5, 6 e 10 dicembre e il processo viene rinviato al 19 dicembre prossimo. Scelta cha accorcia di fatto al prescrizione, che scade a metà marzo 2012, di circa un mese.
Dentro e fuori dal tribunale di Milano le misure di sicurezza messe in campo sono state le stesse di quando Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio. L’ingresso dei via Freguglia, da cui passava l’auto del Cavaliere, è stato transennato e presidiato da agenti in tenuta antisommossa. E dentro al palazzo di giustizia i carabinieri hanno bloccato il passaggio ai giornalisti che cercavano di parlare con lui al termine dell’udienza.
Il Cavaliere però non si è sottratto ai cronisti. Ha detto di non volersi ricandidare alla guida del centro destra alle prossime elezioni, in vista delle quali “faremo le primarie”. L’asse Pdl-Lega non è spezzato, ha sottolineato, annunciando di avere un appuntamento con Bossi venerdì pomeriggio. “Mi ha chiamato tutti i giorni – ha spiegato – mi aveva invitato oggi o domani a colazione ma ho dovuto rimandare a venerdì pomeriggio”. L’ex premier ha fatto sapere poi che venerdì mattina incontrerà a Roma il presidente del Partito popolare europeo e non prenderà parte all’udienza del processo per il caso Ruby. Quanto alle dichiarazioni degli ex ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni, che avevano detto che tra Pdl e Lega non c’è più alcuna allenza, Berlusconi ha risposto: “Non credo proprio”. E si è detto certo di poter persuadere il partito di Bossi a votare i provvedimenti del governo Monti che “sono palesemente nell’interesse del Paese”.
Berlusconi si è speso poi in difesa del premier Mario Monti: “Non è in ritardo – ha assicurato – è appena arrivato e si deve occupare di cose di enorme complessità come l’economia italiana. Ma lasciatelo lavorare”. Poi le riforme: “Quelle che Mario Monti ha portato in Europa – ha sottolineato Berlusconi – sono misure già varate dal mio governo e per il 55% già approvate dal Parlamento con la legge di stabilità”. Il Cavaliere, però, non ha partecipato al cosiddetto ‘Btp day’, acquistando titoli di Stato italiani. “Non ho comprato nulla, sono stato tutto il giorno qua”, ha detto. E ai cronisti che gli chiedevano se dopo le dimissioni da presidente del Consiglio tornerà ad occuparsi solo delle sue aziende ha precisato di “non averlo mai detto” e ha aggiunto di non essere preoccupato per Mediaset, quanto “per la situazione economica generale”.