Tagli Camera, 350 lavoratori minacciano occupazione palazzo Marini

Roma, 25 nov. (LaPresse) – I tagli ai costi della politica produrranno immediatamente centinaia di disoccupati. Nei tagli da 150 milioni di euro che Montecitorio ha messo in bilancio quest’anno, c’è infatti anche la recessione dell’affitto di palazzo Marini che produrrà a partire dal 30 novembre il licenziamento di trecentocinquanta dipendenti della ‘Milano 90’. La società è affidataria da circa 14 anni dell’appalto per i servizi di posta, mensa, sicurezza e pulizie di palazzo Marini e della mensa di San Macuto. Ed ecco che questa mattina un centinaio di lavoratori della società di Sergio Scarpellini ha deciso di protestare proprpio davanti a palazzo Marini, minacciando l’occupazione della struttura, mentre all’interno si stava svolgendo un seminario di Areadem organizzato dal Pd. I manifestanti hanno poi chiesto, al termine dell’incontro, che alcuni deputati partecipassero alla protesta. Con loro si sono fermati, infatti, Ettore Rosato, Cesare Damiano e Marina Sereni che hanno ascoltato i termini della vertenza. “Da lunedì siamo in assemblea permanente, non ci resta che occupare Palazzo Marini”, ha minacciato la rappresentante sindacale Simonetta Taglialatela. “Siamo un centinaio solo in questo palazzo”, ha spiegato il sindacalista Marco Sestini: “Ma siamo 350 a rischiare: il datore di lavoro ci dice infatti che, venendo meno l’appalto di Marini 1, non può tenere nemmeno i lavoratori del Consiglio di Stato, in via delle Vergini, e di Palazzo San Macuto”. Si tratta di altri due palazzi con servizi in appalto alla stessa società. In totale ‘Milano 90’ conta 532 dipendenti, di queste lavorano nei quattro palazzi coinvolti dai tagli 242 dipendenti. A palazzo Marini 1, sede esterna della Camera, gli impiegati sono un centinaio. Per Scarpellini, invece, le rescissioni mettono a rischio 350 posti. Intanto, è già partito un altro appalto, quello per il trasloco, per un costo totale di 2 milioni di euro.