Roma, 24 nov. (LaPresse) – “Le politiche del lavoro, come il federalismo europeo, non devono essere necessariamente comuni a tutti i Paesi europei. Ma l’Europa ci chiede di compiere una scelta verso la flexsecurity, che mira a coniugare il massimo della flessibilità nelle strutture produttive con il massimo della sicurezza per i lavoratori”. Lo ha detto Pietro Ichino, giuslavorista e senatore del Pd, intervenuto a ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro, su Canale5. “Il progetto di flexsecurity cui stiamo lavorando – spiega Ichino – prevede una riscrittura del diritto del lavoro, compreso l’articolo 18, ma non per chi oggi ce l’ha già, ma per chi non ce l’ha. Oggi infatti l’articolo 18 si applica alla metà dei lavoratori italiani. Nel nuovo disegno, per la parte in cui funziona, cioè sulle discriminazioni, quell’articolo viene esteso anche a quei lavoratori di serie B, che oggi non lo vedono nemmeno da lontano”. “Il disegno di legge – ha aggiunto Ichino – che è stato in qualche modo indicato come parte del programma dell’esecutivo Monti è stato presentato due anni fa da 55 senatori del Pd e corrispondeva al manifesto di politica del lavoro con cui il Partito democratico si era presentato alle scorse consultazioni elettorali. Poi il congresso ha modificato la linea del partito. E oggi il Pd non condivide ufficialmente questo disegno, ma i consensi vengono non solo dalla minoranza, con Walter Veltroni e Ignazio Marino, ma anche da ampie parti della maggioranza del partito”.