Roma, 22 nov. (LaPresse) – Spartizione di nomine e appalti nella quale entravano tutti i partiti politici, ma in particolar modo Udc, An e Forza Italia. Gli imprenditori che volevano ottenere i lavori, consegnavano i soldi ai manager e questi li giravano ai politici, talvolta riuscendo a ottenere una robusta ‘cresta’. Questo il filo rosso che unisce i verbali degli interrogatori dell’inchiesta sui cosidetti ‘appalti Enav’ che sabato ha portato agli arresti l’amministratore delegato Guido Pugliesi e due manager, Marco Iannilli e Manlio Fiore. Gli ultimi arresti e coinvolgimenti si basano sulle rivelazioni di chi, dopo essere finito in carcere, ha deciso di collaborare con la magistratura. Tra loro Tommaso Di Lernia, arrestato nell’aprile scorso e scarcerato grazie alle sue rivelazioni.
E’ stato lui infatti a svelare di aver portato insieme a Pugliesi, 200mila euro al tesoriere Udc Giuseppe Naro il 2 febbraio 2010. Di Lernia ha poi puntato il dito contro la “frangia romana di Alleanza Nazionale che fa capo al sindaco” e ha raccontato che i finanziamenti agli uomini ex An avvenivano direttamente nell’ufficio di Pugliesi, dove gli imprenditori portavano le somme di denaro, che poi venivano consegnate dallo stesso ad di Enav agli uomini del partito che si presentavano per il ritiro. L’altro ‘collaboratore’ di giustizia si chiama Lorenzo Cola, consulente del presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini e della moglie amministratore di Selex, Marina Grossi. Cola, insieme a Di Lernia, ha tirato in ballo personaggi di spicco nazionale, come il leader Udc Pier Ferdinando Casini, l’ex titolare dei Trasporti Altero Matteoli e il parlamentare Marco Follini, quando era vicepresidente del Consiglio. Entrambi hanno risposto per lungo tempo alle domande del pubblico ministero romano Paolo Ielo.
DONAZIONI AI POLITICI
– Il 27 giugno 2011, nel carcere di Regina Coeli, Di Lernia afferma: “Enav ha acquisito per una cifra spropositata un ramo di azienda di Optimatica, per un valore di circa 15 milioni di euro. Optimatica è una società vicina al ministro Matteoli, credo che eroghi finanziamenti alla fondazione a lui riconducibile ed è attraverso questi favori che Pugliesi si è garantito l’appoggio per la conferma nel ruolo di amministratore delegato”. Poi l’attenzione di Di lernia si concentra su un altro personaggio: Raffaello Rizzo, uomo di Pugliesi che “favoriva le imprese che erogavano finanziamenti all’Udc e alla frangia romana riconducibile all’attuale sindaco, di Alleanza nazionale”. “Sostanzialmente – si legge nei verbali dell’interrogatorio di De Lernia – tali imprese portavano finanziamenti attravreso donazioni. Per contro i finanziamenti agli uomini di An, secondo quanto mi ha riferito Pugliesi, avvenivano direttamente nell’ufficio di Pugliesi, dove gli imprenditori portavano le somme di denaro che Pugliesi dava agli uomini di An”. Poi Di Lernia si concentra sull’Udc: “Ricordo anche che in un’occasione, in relazione ai lavori fatti a Venezia, vennero assegnati lavori a una società che si chiama Costruzioni e Servizi, vicina a Follini, all’epoca vicepresidente del Consiglio. Con riferimento al versamento dei 200 mila euro Pugliesi mi disse che erano destinati a Casini. Vennero consegnati al tesoriere dell’Udc perchè erano assenti sia Cesa che Casini, impegnati in un’operazione di voto, secondo quanto mi disse il tesoriere medesimo”.
IL PATTO TREMONTI-MATTEOLI
Il 24 agosto 2011 Lorenzo Cola conferma lo schema già acquisito dai pubblici ministeri ma aggiunge dettagli e nomi. Afferma a verbale: “Sul piano strettamente formale il potere di nomina del cda di Enav apparteneva al ministero dell’Economia, sul piano sostanziale era frutto di una precisa spartizione politica. In concreto, nella prima fase ossia tra il 2001 e il 2002 vi era un tavolo delle nomine o laboratorio interno alla maggioranza composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa e un uomo della Lega. Quanto ai riferimenti politici dei soggetti che si sono succeduti nel tempo, posso dire che Pugliesi è sempre stato in quota Udc originariamente riferibile a Baccini. Devo aggiungere che dentro Finmeccanica il riferimento è Bonferroni, deputato ancora ora confermato nel ruolo di cda della holding. A quanto mi risulta Nieddu venne nominato direttamente dal Tesoro, Martini aveva come riferimento An e il ministro Matteoli”. E poi rivela: “Nell’ultima tornata di nomine io fui messo a conoscenza che Matteoli aveva ottenuto un accordo con Tremonti per il quale avrebbe potuto decidere le presidenze delle società… Ed è proprio per ingraziarsi Matteoli che Pugliesi, tre giorni prima dell’ultima nomina del Cda di Enav, fa l’operazione Optimatica chiudendo un contratto poco inferiore alla soglia oltre la quale sarebbe scattata la necessita’ di una delibera del Cda”.
TANGENTI, NOME IN CODICE: FARE I COMPITI
Per mesi Cola ha negato che i vertici di Finmeccanica fossero a conoscenza delle tangenti versate ai politici e invece il 24 agosto scorso rivela: “Nelle nostre discussioni (con Guarguaglini, ndr) l’attività di sovrafatturazione e di pagamento di tangenti veniva definita ‘fare i compiti’. Locuzione che serviva per definire anche l’attività di mettere a posto le carte, la contabilità e tutto il resto, per evitare si scoprissero i fatti illeciti che intervenivano. Quando qualcuno incappava in qualche vicenda giudiziaria, e a ciò veniva dato risalto mediatico, dicevamo che avevano fatto male i compiti”. Anche l’amministratore di Selex era ‘consapevole’, secondo Cola. Afferma il consulente nell’interrogatorio del 9 dicembre 2010: “Si parlava con l’ad Marina Grossi del fatto che per lavorare in Enav occorreva pagare tangenti. E’ un sistema che lei ha ereditato e che ha continuato a realizzare”.
IL PASTICCIO DEI RADAR
Di Lernia ammette le proprie responsabilità per la mancata esecuzione dei numerosi appalti che gli venivano assegnati per costruire radar in mezza Italia in cambio di mazzette. Otteneva appalti, se li faceva pagare e non li costruiva, come ad esempio a Palermo. Però puntava ad aumentare le commesse, tanto che in un intercettazione, il direttore generale di Enav sbotta: “Basta, abbiamo anche i coglioni radarizzati”.