Roma, 15 nov. (LaPresse) – Il nome di Gianni Letta rischia di rompere l’asse Pd-Terzo Polo, nato per abbattere il berlusconismo. Teatro del quasi divorzio la presentazione del libro ‘Questo amore’ di Bruno Vespa. Protagonisti il presidente del Pd, Rosy Bindi, e il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. Il giornalista e conduttore di ‘Porta a porta’ ha più volte incalzato i suoi ospiti, tra cui era presenti anche Roberto Maroni, Angelino Alfano, Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, sull’ingresso del sottosegretario uscente alla presidenza del Consiglio. Un nodo spinoso per il governo del presidente incaricato Mario Monti. Il Pdl ha posto come conditio sine qua non proprio la partecipazione di Letta nel nuovo esecutivo, segno di continuità tra il governo voluto dal popolo e quello voluto da Giorgio Napolitano.
Nessuno dei partecipanti ha messo in dubbio la caratura del personaggio, anche se la Bindi ha sottolineato che in questo momento il Pd preferisce “discontinuità anche nei nomi. Non è un veto nei confronti di Gianni Letta, ma ci sono persone più di altre che rappresentano la continuità” e questo riguarda anche l’altro papabile nella lista di Monti, Giuliano Amato. Insomma il giornalista in carica dal 2006 a Palazzo Chigi è troppo vicino all’ex premier Silvio Berlusconi. Ovviamente di tutt’altra idea il segretario nazionale, Angelino ALfano, che addirittura consiglia al presidente del Consiglio incaricato di non privarsi “mai di una personalità con il senso delle istituzioni, la serietà e la conoscenza dei problemi come Gianni Letta”. Nessuna obiezione avanzata dal guardasigilli al contestuale ingresso di Giuliano Amato. Considerazioni apprezzate anche dall’ex ministro uscente, Roberto Maroni, che giudica l’apporto di Letta nella squadra di Super Mario “una buona notizia” ma non cambierebbe la posizione della Lega ormai dichiaratamente all’opposizione.
Tutto questo gran parlare e discutere sulla figura e sul ruolo del sottosegretario fa andare su tutte le furie Casini che definisce la presa di posizione della Bindi “gravemente irrispettosa” e chiede di mettere un freno alle “continue umiliazioni a Gianni Letta, una persona apprezzata da tutti e che per primo, per evitare imbarazzi politici, ha detto di essere pronto a fare un passo indietro, cosa che in Italia non accade quasi mai”. Insomma domani il professore della Bocconi scioglierà la riserva al Quirinale e sicuramente e che sia nella lista del nuovo esecutivo e che non lo siano, Letta e Amato continueranno a far discutere.