Roma, 8 nov. (LaPresse) – Presidente del Consiglio per quattro volte negli ultimi 15 anni, otto nell’ultimo decennio. Silvio Berlusconi vanta una presenza alla guida del governo più lunga di Giovanni Giolitti e di Alcide De Gasperi, ma la sua lunga permanenza nello scenario della politica rischia di concludersi con un nulla di fatto.
Il “governo del fare” è stato messo nell’angolo proprio per la sua inattività. Delle grandi riforme annunciate solo quella dell’università e della scuola è stata attuata pienamente, mentre il federalismo fiscale deve concludere il suo percorso, al momento fermo con l’approvazione di sette decreti attuativi su otto. La riforma “epocale” della giustizia, invece, è stata incardinata in Senato e alla Camera, dopo il via libera del Consiglio dei ministri al ddl costituzionale, e attende il consenso di due terzi dei parlamentari per entrare subito in vigore; in caso contrario, sarà sottoposta ad un referendum confermativo tra i cittadini.
Ma è sullo sviluppo e sul fisco che l’esecutivo ha fallito, visto che sono state richieste dalla stessa Unione europea per salvare l’Italia dal disastro finanziario. Insomma “meno tasse per tutti” e “un milione di posti di lavoro in più”, gli slogan che hanno fatto da traino alla campagna elettorale del Pdl, si sono risolti con un aumento dall’8% all’8,3% a settembre della disoccupazione, con il record tutto italiano sui giovani: dal 28% al 29,3%. Per quanto riguarda le tasse lo stesso premier ad agosto, in occasione dell’approvazione della manovra anticrisi, aveva commentato: “Il nostro cuore gronda sangue. Avevo promesso che non avrei mai messo le mani nelle tasche degli italiani ma la situazione dell’economia è cambiata”. E da agosto a oggi i sacrifici chiesti agli italiani sono aumentati e non diminuiti. In questo quadro in cui domina la crisi economica e l’Italia più volte definita sull’orlo del baratro, Berlusconi, però, si è ostinato a dire, parlando nel corso di una conferenza stampa a Cannes, che nel ‘bel paese’ la situazione non è poi così tragica come la raccontano “i consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, si fatica a prenotare un posto sugli aerei”.
Contemporaneamente è arrivato l’annuncio di un monitoraggio del Fondo monetario sugli impegni sottoscritti dal governo nella lettera a Bruxelles. Questa è stata infatti solo l’ultima delle arringhe difensive del presidente del Consiglio, umiliato dalla risatina complice fra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, interrogati su eventuali rassicurazioni ricevute da Berlusconi, e sbeffeggiato dallo stesso Tony Blair: “Silvio non è stato mai noioso. Ha reso divertenti le nostre riunioni”. Il presidente del Consiglio negli anni è diventato anche il soggetto preferito dei quotidiani stranieri. Il Guardian in uno degli articoli dedicati al nostro premier scrive: “Il primo ministro italiano sta combattendo contro la crisi economica e un governo diviso. Ma invece che parlare di cose noiose, in un discorso di domenica scorsa ha scelto di raccontare aneddoti e barzellette indecorose”.
Non si può dimenticare infatti la ricetta che Berlusconi ha consegnato ai giovani per superare la crisi economica nel Paese: “Sposare persone ricche. Io ho una figlia disponibile al matrimonio”. E su se stesso non si è certo limitato: “Io sono il Gesù Cristo della politica. Sono una vittima paziente, sopporto tutto e mi sacrifico per il bene di tutti”.