Roma, 8 nov. (LaPresse) – Il resoconto dello Stato 2010 è stato approvato oggi alla Camera con 321 astensioni. Un duro colpo per la maggioranza che si è fermata a 308, con il premier Silvio Berlusconi che è riuscito a guardare in faccia tutti coloro che “mi votano contro”. Il totomaggioranza oggi ha visto l’asticella scendere e salire, sensibile alle voci, che si smentivano e confermavano continuamente, su ingressi, uscite e tradimenti. Su una cosa non si poteva discutere: l’esecutivo ha perso la maggioranza assoluta già da qualche giorno, almeno da quando Ida D’Ippolito e Alessio Bonciani prima e Gabriella Carlucci poi sono passati all’opposizione, dando il colpo di grazia al governo del cavaliere. Gli occhi puntati invece erano su tutti quelli, tra opposizione, malpancisti e dissidenti, che volevano mettere all’angolo l’esecutivo e costringere Berlusconi a un passo indietro.
Togliendo dalla conta dei 321 Alfonso Papa (agli arresti domiciliari a Napoli perché coinvolto nell’inchiesta P4), il presidente della Camera, Gianfranco Fini, Mirko Tremaglia (Fli), Antonio Gaglione (Misto) e Gennaro Malgeri (Pdl) che a quanto pare non avrebbe partecipato al voto per errore, il numero scenderebbe a 316. Di questi, 292 deputati appartengono a Pd, Idv, Fli e Udc. A decidere quindi il risultato su una possibile fiducia al governo Berlusconi sarebbero i rimanenti 24 che oggi non hanno votato il resoconto dello Stato 2010. Su questi però potrebbe aggiungersi la Lega, fedele oggi alla maggioranza che non c’è, ma che già è pronta ad abbandonarla. Umberto Bossi ha infatti chiesto a Berlusconi “un passo a lato” con la promessa di appoggiare Angelino Alfano come successore. Il premier ha già declinato l’invito. Chissà se dalle retrovie del Carroccio in un già preannunciato voto di fiducia, non si sia facendo strada l’idea di un voltafaccia al Pdl.