Roma, 22 ott. (LaPresse) – Nessun aiuto politico a Valter Lavitola e a Giampaolo Tarantini. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nega quelle che lui definisce “illazioni” e lo fa nel nuovo libro di Bruno Vespa, ‘Questo amore’, in uscita con Mondadori. “Non sono mai stato a conoscenza di niente di tutto questo. Tenga conto che nemmeno la sua candidatura (quella di Lavitola, ndr) alle elezioni europee del 2004 passò attraverso di me”. Quanto a Tarantini, nell’intervista Vespa dice al premier: “La cosa sgradevole è che l’opinione pubblica abbia avuto l’impressione che Tarantini invitasse a casa sua alcune ospiti per essere ricambiato con favori presso enti e istituzioni pubbliche, come Finmeccanica e la Protezione civile”. Una “illazione” che Berlusconi respinge categoricamente. “Non ho reso un solo favore di questo tipo a Tarantini – risponde il presidente del Consiglio – non l’ho assolutamente presentato e messo in contatto con persone di Finmeccanica. Un giorno lo sentii al telefono mentre ero a fianco di Guido Bertolaso, glielo passai per un saluto. Ma nemmeno dalla Protezione civile Tarantini ebbe alcunché”.

Il presidente del Consiglio nega anche l’impiego del cellulare con un numero estero, e anzi, afferma di aver sempre respinto l’idea di usarne uno. “Non ho usato nessun cellulare panamense. Lavitola chiamava ripetutamente Alfredo (il maggiordomo di Palazzo Grazioli, ndr) che aveva da me avuto la raccomandazione di non passarmi alcuna telefonata. Lavitola pensò che io non mi fidassi dei normali telefoni, e allora disse ad Alfredo che gli avrebbe fatto avere dei telefoni sicuri. Alfredo me ne parlò, ma io rifiutai l’offerta e commentai che quelli erano sistemi da criminalità organizzata. Una sera Alfredo si affacciò alla porta del mio studio con un cellulare in mano. ‘Dottore, mi disse, Lavitola ha chiamato almeno venti volte, vuole rispondergli almeno una volta?’ Ci parlai, ma con il convincimento che il cellulare fosse quello di Alfredo”.

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