Mediaset, no a legittimo impedimento

Milano, 5 ott. (LaPresse) – Il processo Mediaset sui diritti tv e cinematografici ricomincerà il prossimo 26 ottobre davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano, data in cui verrà sentito in rogatoria da Los Angeles il testimone Gordon Brown. Nel dibattimento che vede, tra gli altri, imputato anche Silvio Berlusconi con l’accusa di frode fiscale, oggi è stato ascoltato Maurizio Choen, avvocato che risiede a Montecarlo e che, secondo l’accusa rappresentata dal pm Fabio De Pasquale, avrebbe lavorato con Daniele Lorenzano ex manager del gruppo del Biscione divenuto poi consulente che secondo l’accusa era il “socio occulto” di Silvio Berlusconi nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici a prezzi maggiorati con lo scopo di creare fondi neri.

Cohen, ascoltato in rogatoria da Montecarlo, ha chiarito di essere stato per un periodo consulente legale di Lorenzano, ma ha sottolineato che il rapporto professionale era già cessato nel 2004 quando l’avvocato era stato sentito una prima volta da De Pasquale. Il pm gli ha anche chiesto di chiarire i suoi rapporti con Marina Berlusconi, presidente di Fininvest. “Ho un mandato dalla signora Marina Berlusconi – ha spiegato il teste – ma sono convinto che questo non abbia alcuna pertinenza con le questioni che vengono trattate in questo processo”.

Analoga risposta quando De Pasquale ha chiesto a Cohen di eventuali rapporti d’affari con Marina Berlusconi e l’avvocato inglese David Mills per la costituzione della società off-shore Bridgestone Properties: “Non in relazione a questo procedimento”, ha risposto Choen che ha precisato di non aver conosciuto Marina Berlusconi tramite Lorenzano.

Prima che il teste fosse ascoltato, l’avvocato Piero Longo aveva chiesto di rinviare o stralciare l’udienza perchè il premier Silvio Berlusconi non era in aula perchè impegnato a Roma in un incontro bilaterale con il suo omologo mecedone. Il collegio peresieduto da Edorado D’Avossa non ha riconosciuto il legittimo impedimento del premier, ritenendo che “l’interesse prevante” fosse quello di svolgere la rogatoria, chiesta quattro anni fa. I giudici hanno anche citato i principi costituzionali secondo cui anche nei casi in cui può essere invocato il legittimo impedimento, prevale la “necessità di collaborazione tra le parti” e del “contemperamento degli interessi”.

Poco prima il pm Fabio De Pasquale si era opposto alla richiesta della difesa Berlusconi perchè il premier avrebbe potuto incontrare “in mattinata o in tarda serata” il primo ministro della Macedonia. Secondo il pm infatti a questione non è “se l’incontro istituzionale sia un legittimo impedimento o meno, ma “se fosse proprio necessario fissare questo incontro in un orario che va a sovrapporsi con questa rogatoria”. Subito la replica di Longo, che al termine dell’udienza, rispondendo a De Pasquale, ha tenuto a sottolineare che “gli incontri tra i capi di Stato non sono come quelli tra gli amici, ma sono più complicati” perchè richiedono un’organizzazione che include anche gli staff.

A questo punto la presidenza del Consiglio potrebbe decidere di sollevare un nuovo conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Consulta riguardo all’udienza di oggi. Una scelta che, come sottolinea Longo, “non spetta alla difesa” ma che è stata già percorsa per un’udienza del marzo 2010 dopo un’analoga bocciatura del legittimo impedimento. E proprio oggi la Consulta ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzione per questa udienza. Una decisione che Longo ha definito “logica”: “E’ logico che la Consulta decidesse in questo senso – ha detto l’avvocato del premier – poi si deciderà nel merito”.