Roma, 27 set. (LaPresse) – “Il primo leghista del dopoguerra? Che Guevara”. Ne è convinto Fabio Rizzi, 44enne senatore leghista dal varesotto nella vita di tutti i giorni medico anestesista e rianimatore. Rizzi ha sostenuto la sua ipotesi sul Che presentando oggi al Senato il libro del giornalista Francesco Maria Provenzano ‘Federalismo, Devolution, Secessione ritorno al futuro… La storia Continua’. “Un uomo, un guerrigliero – ha evidenziato Rizzi – identificato come simbolo dalla sinistra di tutto il mondo, basandosi esclusivamente sulla concezione di Lotta di Classe e sulla rivendicazione dei diritti civili del lavoratori, dei deboli e degli oppressi!”. Invece il Che, secondo Rizzi “ha dato la propria vita, fino all’ultimo sospiro per un unico ideale: la libertà per un popolo”. E qui anche quelli del Pdl potrebbero chiedere le royalties al Che. “La libertà per un territorio, ideali che non hanno, non possono e non devono avere un colore politico, sono diritti fondamentali dell’uomo, riassumibili – ha concluso Rizzi – nell’autodeterminazione dei popoli”.