Napoli, 23 set. (LaPresse) – Si terrà oggi, alle 13, l’udienza del tribunale del riesame di Napoli chiamato a decidere sulla scarcerazione di Gianpaolo Tarantini, che è recluso a Poggioreale, e Valter Lavitola, ancora latitante. Mercoledì il giudice ha concesso il rinvio dopo che la procura partenopea ha presentato la richiesta di revoca al gip, Amelia Primavera, dell’ordinaza firmata dallo stesso giudice per le indagini preliminari nella quale trasferisce la competenza territorale dell’inchiesta a Roma. A chiedere lo slittamento è stato l’avvocato del direttore de ‘L’Avanti!’, mentre i legali di Tarantini avrebbero preferito arrivare ad una decisione subito, anche perché la procura ha già dato parere favorevole per concedere i domiciliari all’imprenditore barese. Intanto il gip, ieri in tarda mattinata, ha rigettato la richiesta della procura, che nel tentativo di ‘blindare’ la competenza aveva anche presentato nuovi atti.
Meno di una pagina, quella del gip, per ribadire che gli ulteriori elementi prodotti dai magistrati non hanno aggiunto nulla di nuovo e quindi la procura competente deve essere quella di Roma. Il giudice per le indagini preliminari, infatti, martedì scorso aveva stabilito che la competenza territoriale doveva passare dal capoluogo campano a Roma in base alle dichiarazioni rese da Marinella Brambilla, la segretaria di Silvio Berlusconi, e dal memoriale del premier nel quale si spiegava che i pagamenti erano sempre avvenuti nella Capitale. Da parte del gip, inoltre, c’è stata anche una interpretazione diversa rispetto a quella dei magistrati dell’articolo 9 del codice di procedura penale.
Il gip, infatti, nel respingere la richiesta di revoca cita il primo comma che dice che “se la competenza non può essere determinata, è competente il giudice dell’ultimo luogo in cui è avvenuta una parte dell’azione o dell’omissione”. Quindi, per Primavera, visto che è possibile affermare con certezza che l’ultima parte del reato è stato commesso a Roma, deve essere proprio questa procura ad avere la titolarità del fascicolo. I magistrati partenopei, invece, nel presentare la richiesta di revoca avevano fatto riferimento al terzo comma dello stesso articolo: “Se nemmeno in tale modo è possibile determinare la competenza – riporta il codice di procedura penale – questa appartiene al giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio del pubblico ministero che ha provveduto per primo a iscrivere la notizia di reato nel registro previsto dall’articolo 335”.
La partita sulla competenza territoriale, però, potrebbe non essere ancora chiusa. Il tribunale del riesame, infatti, ha ancora la possibilità di esprimersi sull’argomento. Nel caso stabilisse che i pm campani sono titolari del fascicolo, sconvolgendo la decisione del gip, ci potrebbe essere da parte della procura il ricorso in Cassazione. Questa sembra essere al momento la possibilità più remota. Sarebbe più probabile, invece, che il riesame si rimettesse alla decisione del gip e decidesse solo sull’attenuazione della misura cautelare per Tarantini, che potrebbe lasciare il carcere e andare ai domiciliari. Ma c’è anche un’altra opzione: i difensori potrebbero decidere di rinunciare al riesame e presentare la questione direttamente a Roma.
Una scelta che potrebbe essere vantaggiosa per Lavitola ma non per Tarantini, che ha avuto già l’ok dalla procura per tornare a casa. Difficile, infine, che si possa chiedere un ulteriore rinvio. La decisione del riesame deve arrivare entro il 26 settembre, ma già ieri tutte le carte verranno scoperte e potrebbe anche chiudersi la partita.
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