Napoli, 20 set. (LaPresse) – La competenza sul caso del presunto ricatto al premier Silvio Berlusconi da parte di Valter Lavitola e Gianpaolo Tarantini è della procura di Roma e non di quella di Napoli. Lo ha stabilito il gip di Napoli Amalia Primavera, bloccando di fatto in questo modo le indagini dei pm partenopei che ora dovranno fare un passo indietro e spedire tutte le carte ai colleghi della capitale.

Il capo della procura di Napoli, Giovandomenico Lepore, ha preso atto immediatamente della decisione, annunciando l’intenzione di inviare le carte a Roma al più presto: “A seguito – ha scritto in una nota – del provvedimento di incompetenza, non impugnabile, emesso dal gip di Napoli in merito alla vicenda dell’estorsione in danno dell’onorevole Silvio Berlusconi, questo ufficio in conformità a quanto deciso dal giudice, trasmetterà al più presto gli atti all’autorità giudiziaria romana”.

Allo stesso tempo la procura di Napoli ha anche espresso parere favorevole per la concessione degli arresti domiciliari a Tarantini. L’udienza del tribunale del riesame, chiamato a valutare la scarcerazione per l’imprenditore barese e per Valter Lavitola, al momento latitante, si terrà domani mattina alle 9.30.

“A seguito dell’attività istruttoria – si legge nell’ordinanza del gip che ha stabilito la competenza di Roma – successiva all’emissione della misura cautelare e, in particolare, le dichiarazioni rese da Marinella Brambilla (la segretaria di Berlusconi, ndr) e la ‘memoria’ depositata nell’interesse della persona offesa (Silvio Berlusconi, ndr) è possibile determinare la competenza dell’autorità giudiziaria romana nel cui circondario si è consumato il reato”. Sia Berlusconi sia Brambilla, infatti, hanno riferito che il versamento di denaro alla famiglia Tarantini è avvenuto a Roma.

Il gip sottolinea anche che con l’ordinanza di custodia cautelare emessa il 30 agosto scorso aveva stabilito la competenza territoriale a Napoli in quanto non erano emersi “al momento della decisione elementi concreti per individuare il luogo dove erano state effettuate le dazioni di denaro oggetto dell’attività estorsiva”. Il gip di Napoli, nelle valutazioni sulla competenza territoriale dell’inchiesta, spiega anche che Marinella Brambilla, ascoltata il 2 settembre scorso, ha riferito “di avere, in più occasioni, su indicazione e per conto di Berlusconi, corrisposto somme di denaro destinate a Lavitola e a Tarantini; che tali somme venivano ritirate da un incaricato di Lavitola a Roma presso palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi”.

Ed è stato lo stesso presidente del Consiglio, vittima del presunto reato, a confermare nella sua memoria “di aver corrisposto personalmente – scrive il gip – le somme di denaro sempre a Roma, traendo tali somme da proprie disponibilità liquide che teneva presso la sua abitazione di palazzo Grazioli”.

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