Roma, 14 set. (LaPresse) – Archiviato il capitolo giunta per le Autorizzazioni, che questa mattina ha espresso parere contrario alla richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Napoli, sul destino di Marco Milanese, deputato del Pdl accusato di corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e associazione a delinquere, si affaccia lo spettro dello scrutinio segreto in aula alla Camera. L’emiciclo dovrà infatti votare, giovedì 22 settembre, il parere consegnatogli dall’organismo parlamentare guidato da Pierluigi Castagnetti e come accaduto per Alfonso Papa, si parla già di voto segreto.

Questa mattina, a differenza del parlamentare già recluso nel carcere napoletano di Poggioreale, la Lega Nord ha votato in giunta compatta con gli alleati della maggioranza (11 contrari all’arresto e 10 favorevoli, ndr), licenziando il caso di Milanese con un ‘no’ al carcere. Voci di Transatlantico sostengono che il Carroccio abbia scelto questa strada per non influenzare il voto di fiducia sulla manovra anticrisi, previsto entro oggi alle 20, proprio perché il parlamentare coinvolto nell’ichiesta della Procura di Napoli era il consigliere del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

Ma in previsione del voto in aula del 22, licenziato il disegno di legge economico finanziario, sia nella maggioranza che nell’opposizione si potrebbe rendere “auspicabile” il silenzio dell’urna per non scoprire apertamente le proprie carte. E sullo scrutinio segreto non potevano non mancare le polemiche. Questa mattina il deputato di Fli, Nino Lo Presti, ha sottolineato che “secondo il regolamento è obbligatorio”.

Di fatto, si legge nell’articolo 49 del documento che disciplina i lavori dell’aula della Camera che le votazioni in aula “sono effettuate a scrutinio segreto” quando riguardano “le persone, nonché, quando ne venga fatta richiesta, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà di cui agli articoli 6, da 13 a 22 e da 24 a 27 della Costituzione, sui diritti della famiglia di cui agli articoli 29, 30 e 31, comma secondo, e sui diritti della persona umana di cui all’articolo 32, comma secondo, della Costituzione”. Pertanto non dovrebbe essere scontata l’espressione di un parere in modo palese, piuttosto quella nella segretezza.

In questo caso però il regolamento si presta a diverse interpretazioni. Di fatto il voto palese è automatico, quello segreto è a richiesta. Per Alfonso Papa lo scorso 20 luglio in aula fu infatti presentato un documento, a firma di 30 deputati, per far esprimere l’emiciclo in totale solitudine. La Camera in quell’occasione votò per l’autorizzazione all’arresto per il deputato del Pdl.

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