Roma, 29 ago. (LaPresse) – Al termine della riunione svoltasi oggi a Villa San Martino ad Arcore, palazzo Chigi ha pubblicato una nota in cui sono riassunti i principali punti dell’accordo raggiunto tra Lega e Pdl. Non c’è più il contributo di solidarietà, spariscono le Province, l’Iva resta al 20%, si toccano pesantemente le cooperative e poi si vorrebbero dimezzare i parlamentari. Bossi e Berlusconi insieme agli altri esponenti presenti alla riunioni tra cui Tremonti e Maroni, hanno trovato l’accordo su due interventi di natura costituzionale. Innanzitutto il dimezzamento del numero dei parlamentari, si suppone già dalla prossima legislatura. Inoltre verranno soppresse le province “quali enti statali e conferimento alle regioni delle relative competenze ordinamentali”.
La manovra dovrà essere approvata nei tempi previsti, quindi entro settembre, a saldi invariati ma con varie modifiche. Innanzitutto per i Comuni, poiché si prevede “l’obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall’anno 2013”, ovvero unendo Comuni diversi. Restano però in vita i singoli consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri. E’ inoltre prevista la riduzione dell’impatto della manovra per comuni, province, regioni e regioni a statuto speciale. Sempre gli enti locali avranno “maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all’evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate”. Ovvero le polizie locali potranno scovare gli evasori, le entrate così generate però rimarranno agli enti che li hanno scoperti.
Sparisce poi “il contributo di solidarietà” che sarà sostituito da nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive. Il contributo di solidarietà resta invece a carico dei membri del Parlamento. C’è poi, e questa rischia di essere materia di scontro sociale, la riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative. Non si toccano solo le pensioni di coloro che abbiano maturato quarant’anni di contributi, con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione. Per gli altri interventi sono possibili. Il governo, conclude la nota, “presenterà le relative proposte emendative, aperto al confronto con l’opposizione nelle sedi parlamentari”.
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