Roma, 24 ago. (LaPresse) – “E’ stata una riunione importante, sono emerse sia proposte che posizioni critiche all’interno del Pdl”. Così Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa, a margine della riunione dei direttivi paralamentari del Pdl con il segretario Angelino Alfano, traccia un primo bilancio dell’incontro tenutosi in serata a palazzo Madama. Crosetto, indicato fra i frondisti che chiedevano pesanti modifiche alla manovra ha voluto sottolineare che “prima della riunione i presidenti dei gruppi parlamentari avevano espresso posizioni che erano molto vicine a quelle di noi cosiddetti ‘frondisti'”. In molti all’interno del partito di via dell’Umiltà sono convinti che esistono aspetti di questa manovra che non vanno bene così come sono. Molti, primi fra tutti il segretario Angelino Alfano e lo stesso premier Silvio Berlusconi.
Secondo quanto sarebbe filtrato attraverso fonti parlamentari, Alfano nel corso del suo intervento al vertice, rigorosamente a porte chiuse, avrebbe sostenuto che “varare questa manovra non è stata una scelta del governo, ma farla era una decisione che non potevamo evitare”. Per Alfano che riconosce al ministro dell’Economia Giulio Tremonti “di essersi mosso in mezzo a paletti molto stretti”, la manovra “non è il Vangelo”, può essere migliorata, ma nel dibattito parlamentare “grandezze contabili e vincoli politici sono i paletti che dobbiamo tenere a mente”. Abolire le province, rivedere il contributo di solidarietà, capire cosa fare con l’Iva e trovare un punto di incontro con la Lega sulle pensioni.
Questi i punti centrali degli interventi dei capigruppo che sintonizzati sulla stessa frequenza di Alfano si riscoprono molto vicini ai frondisti quindi e sempre più distanti dal Carroccio, la cui posizione su pensioni e tagli a enti locali rimane irremovibile. “Se un alleato non cede, che possiamo fare? Mica possiamo imporci”, sostiene Alfano che ha ribadito: “I saldi devono rimanere invariati. Non si può cambiare la cifra della manovra”. Ma come reperire i 45,5 miliardi è ancora terreno di confronto,e soprattutto di scontro, nella maggioranza.
Silvio Berlusconi punta ad eliminare il contributo di solidarietà e ad intervenire sull’Iva, il Pdl vorrebbe aumentarla di un punto sui ‘beni di lusso’, ma, riferiscono fonti parlamentari di via dell’Umiltà, la posizione della Lega, e di Giulio Tremonti, al momento resta contraria. La soluzione, almeno sul contributo di solidarietà sembra essere un prelievo del 5% solamente per i redditi superiori ai 200mila euro. Questa, secondo quanto riferiscon fonti di maggioranza, la nuova configurazione che dovrebbe assumere il contributo di solidarietà previsto dalla manovra bis e sulla quale stanno lavorando i tecnici dell’esecutivo. Sul resto il confronto è ancora aperto.