Rimini, 21 ago. (LaPresse) – Di fronte alla crisi “bisogna parlare il linguaggio della verità. Perchè non provoca pessimismo”, ma “induce a reagire con coraggio e lungimiranza”. E’ stato un duro richiamo alle forze politiche il centro dell’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’inaugurazione del Meeting di Rimini. Per Napolitano occorrono “risposte urgenti” perchè “siamo immersi in un angoscioso presente, nell’ansia del giorno dopo, in un’obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti”.
“Non credo – ha continuato Napolitano – a una impermeabilità che possa durare ancora a lungo sotto l’incalzare” degli eventi. “Il peso che si paga nella sfera della politica di calcoli di parte e di logiche di scontro sta diventando insostenibile”. “Una cosa – ha detto ancora – è credere nella democrazia dell’alternanza, un’altra cosa è lasciarla degenerare in modo sterile e dirompente dal punto di vista del comune interesse nazionale”.
Mancare l’obiettivo di una significativa riduzione del debito pubblico sarebbe una “colpa storica e morale” perchè peserebbe sulle generazioni future, ha sottolineato il capo dello Stato. “Faccia ora il parlamento – ha invitato – le scelte migliori con la massima equità come condizione di accettabilità e realizzabilità” per ridurre il carico del debito sui conti pubblici.
Napolitano è stato accolto con una standing ovation e interrotto più volte dagli applausi da una platea gremita di personaggi dell’economia e della politica e soprattutto di giovani. Prima dell’intervento Napolitano ha incontrato in un salottino privato l’ad di Fiat Sergio Marchionne, il numero uno di Intesa SanPaolo Corrado Passera, il presidente di Enel Fulvio Conti e l’ad delle Ferrovie dello Stato Mario Moretti, oltre al ministro per le Politiche comunitarie Annamaria Bernini.
Il presidente della Repubblica è salito sul palco di Comunione e liberazione per chiedere di rivolgere “la mente al passato e lo sguardo al futuro” per trovare “vie d’uscita soddisfacenti e durevoli” dalla crisi. Il capo dello Stato ha poi invitato l’opposizione a non scaricare sempre tutte le colpe sul Governo. Ma ha anche puntato l’indice contro l’evasione fiscale: “Basta – ha detto – con assuefazioni e debolezze in quella lotta all’evasione fiscale della quale l’Italia ha ancora il triste primato”, sottolineando che i risultati su questo fronte sono ancora “troppo graduali e parziali” di fronte a un fenomeno che rappresenta una “stortura intollerabile”.