Roma, 16 ago. (LaPresse) – Le schede Tim utilizzate da Alfonso Papa, il deputato del Pdl in carcere per essere coinvolto nello scandalo della P4, “erano necessarie quanto le armi con matricola abrasa per un rapinatore”. Lo scrive il tribunale del riesame di Napoli nelle motivazioni che hanno confermato, lo scorso 9 agosto, l’associazione per delinquere all’ex magistrato, a Luigi Bisignani e a Enrico La Monica. Nelle 46 pagine con cui i giudici hanno accolto il ricorso dei pm Francesco Curcio ed Henry John Woodcock viene analizzato il rapporto tra Alfonso Papa e Raffaele Balsamo, gestore di un negozio Tim a Napoli e già noto alla magistratura per essere coinvolto “in procedimenti penali per attività irregolari in tale ambito”.
Secondo il Riesame, Balsamo riforniva Papa di schede “pulite”, “come nei rapporti tra malavitosi”, si legge nelle motivazioni, e in seguito ci sarebbe stato uno scambio di ruoli: era il deputato che riforniva Balsamo. Quest’ultimo aspetto, secondo i giudici “è una circostanza rilevante per il diverso tema del reato associativo, che pur di interesse” non è stata presa in considerazione in questo procedimento. Lo scambio e l’utilizzo di numerose schede telefoniche hanno portato, infatti, la procura di Napoli, pochi giorni dopo la sentenza del Riesame, a trasmettere alla giunta per le Autorizzazioni della Camera la richiesta di utilizzo dei tabulati telefonici dell’ex magistrato, con specificate le 14 schede telefoniche che intendono acquisire.
Le indagini dei pm napoletani, concentrate sul deputato attualmente detenuto in cella a Poggioreale a Napoli, non fanno altro che scatenare una reazione a catena. Di fatto il giudice del Riesame non nega l’interesse nel qualificare la condotta di Balsamo “che sembra nuovo a tale tipo di operazioni, per valutarne la eventuale rilevanza penale”. Insomma Raffaele Balsamo, detto Chicco, sarebbe stato tutt’altro che ignaro del fatto che Papa utilizzasse le sue schede. Quindi, si puntualizza nella nuova sentenza, “concorrerebbe nel reato di sostituzione di persona, di ricettazione” e infine di frode informatica. Quest’ultimo delitto è rilevato dallo stesso tribunale, secondo il quale, in base agli atti acquisiti, vi fu “l’accesso abusivo ad un sistema informatico e, a ricostruire più accuratamente i vantaggi patrimoniali da parte del disonesto venditore della Tim”, anche quello di frode informatica. In base a queste segnalazioni da parte del giudice del Riesame, evidenziato il rapporto di carattere “malavitoso” tra Papa e Balsamo, e non solo familiare, per l’ex magistrato si potrebbe prospettare una nuova accusa, quella di frode informatica, se i magistrati della procura di Napoli accogliessero l’invito a valutare “la eventuale rilevanza penale” della condotta di Chicco.