Roma, 13 ago. (LaPresse) – Le opposizioni rispondono con severe critiche al decreto anticrisi approvato dal governo. E bocciano la manovra varata dal Consiglio dei ministri ieri sera che prevede una stretta da 45 miliardi fra il 2012 e il 2013 con tasse, sacrifici e tagli, anche ai costi della poliica. Interventi che non hanno colpito le pensioni di anzianità, ma che, sul fronte previdenziale, anticipano dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile delle donne nel settore privato.
Bersani e Fassina: “Questa manovra non è in grado di rispondere ai problemi”. Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha commentato la manovra anti-crisi approvata dal Consiglio dei ministri. Il leader del Pd si è detto preoccupato per una manovra “a carico dei ceti popolari e dei ceti medi che già pagano le tasse”. Durissimo il commento di Stefano Fassina, responsabile Economia e lavoro della sgreteria naionale del Pd, sulle misure da ‘lacrime e sangue’: “Vengono anche colpite pesantemente le classi medie che fanno fino in fondo il loro dovere fiscale con il pesante inasprimento Irpef, mentre per l’evasione soltanto palliativi”. Mancano misure credibili ed efficaci per la crescita, il vero problema per l’affidabilità del nostro debito pubblico, mentre l’aggravamento dell’iniquità sociale causato dalla manovra produrrà effetti ancor più depressivi sull’economia reale”.
Vendola: E il leader di Sel parla di “misure punitive per gli enti locali, devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro”. “Nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre una reazione durissima”, dice Nichi Vendola, che aggiunge: “E’ un atto di guerra contro l’Italia”.
Bocchino. Bocciatura dall’esponente di Fli Italo Bocchino nei confronti del decreto con le nuove misure per affrontare l’emergenza economica del Paese. “Il provvedimento del governo per superare la crisi – afferma Bocchino – è l’esatto opposto di ciò che serve al Paese e agli italiani. Si potrebbe sintetizzare con lo slogan ‘più tasse e meno servizi. Si dovevano ridurre la tasse e sono state alzate, bisognava migliorare i servizi e sono stati tagliati”. Affondo finale di Bocchino: “Va inoltre sottolineato che il governo non ha accolto neanche una proposta delle opposizioni, dimostrando scarso interesse per le convergenze utili al Paese”.
Di Pietro: “Finalmente il Governo – ha detto il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, sorprendendo con una certa apertura nei confronti della manovra – ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro Paese, l’Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito”. “Siamo consapevoli che non possiamo comportarci come l’asino di Buridano che, continuando a dire sempre no, alla fine è morto di fame”, ha detto il leader dell’Idv. Ma poi, critico, ha aggiunto: “Rimane inaccettabile la riduzione del trasferimento agli enti locali, come denunciato dall’Anci, e quella gravissima apportata alla spesa sociale che incide pesantemente sul welfare e sui lavoratori colpendo clamorosamente i loro diritti, il loro reddito e il loro futuro”.