Roma, 10 ago. (LaPresse) – Ha preso il via da pochi minuti, presso la sede della foresteria di Confindustria a via Veneto, il vertice tra le sigle firmatarie del documento contro la crisi del 27 luglio scorso in vista dell’incontro con il Governo in programma alle 17 a palazzo Chigi. Alla riunione partecipano la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, i segretari generali di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, il segretario confederale della Cgil Vincenzo Scudiere, il presidente e il direttore generale dell’Abi Giuseppe Mussari e Giovanni Sabatini, oltre ai rappresentanti delle altri parti sociali. Al centro dei lavori la possibilità di ulteriori proposte all’esecutivo per fronteggiare gli effetti della crisi.
“Andiamo per cercare di capire cosa vuole fare il Governo con l’augurio che ci siano rigore ed equità”. Così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, risponde ai giornalisti che gli chiedevano con quale spirito si rechera’ al tavolo sulla crisi con il Governo, in programma alle 17 a palazzo Chigi. Arrivando al pre-vertice delle parti sociali presso la sede della foresteria di Confindustria, Angeletti ha aggiunto che “la ricetta per la crisi è ridurre le spese dello Stato, dai comuni fino al Governo”. A chi gli chiedeva come vedrebbe un eventuale intervento sulle pensioni, il leader della Uil ha risposto: “Il sistema delle pensioni è saldo. Casomai ci sono alcuni sistemi di vantaggio che potrebbero essere allineati a quelli dei comuni mortali”.
Sconcerto da parte delle Regioni, escluse dall’assise odierna. “E’ sbagliato e miope non invitare le Regioni al tavolo tra Governo e parti sociali per discutere sulle misure anti crisi, perché l’esperienza almeno di alcune grandi Regioni potrebbe fornire utili indicazioni e portare esempi di misure che possono essere utilmente attivate per rilanciare l’economia italiana”. Lo afferma il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. “Basti pensare solo a questi due esempi – prosegue Formigoni – innanzitutto una modifica del Patto di stabilità, che potrebbe permettere di sbloccare miliardi di euro di spese per investimenti e infrastrutture. Oggi queste risorse sono congelate nelle casse di Regioni e Comuni virtuosi che li hanno risparmiati in questi anni e che non li possono utilizzare, mentre potrebbero invece rimettere in moto alcuni settori dell’economia”.
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