Roma, 2 ago. (LaPresse) – Con il via libera della Camera il decreto di rifinanziamento delle missioni all’estero è diventato legge.
Un’approvazione bipartisan dimostrata dai 493 voti favorevoli e solo 22 contrari. Astenuti 15 deputati. Il provvedimento, dopo la bocciatura di tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, è passato l’esame dell’aula senza modifiche al testo uscito, il 27 luglio scorso, dal Senato. Anche qui con voto quasi unanime: 269 voti a favore e 12 contrari. E la scure della crisi economica pesa anche sui rifinanziamenti dei contingenti impegnati fuori dall’Italia. La legge sulle missioni prevede infatti un taglio da 120 milioni di euro: per il prossimo semestre è in programma un impegno finanziario di 664 milioni, contro gli 811 del precedente. La riduzione di spesa riguarda tutte le missioni a cui l’Italia partecipa, tranne per quella in Afghanistan, ed è stata possibile grazie al ridimensionamento a 7.222 entro il 30 novembre dei soldati, contro i 9200 impiegati quest’anno. Come per le spese, la sola missione a non essere toccata è quella in Afghanistan. La riduzione più forte del contingente italiano riguarda la Libano: i soldati impiegati in meno saranno 884. Resteranno operativi in 1.086, a fronte dei 1.970 impiegati in questi primi tre mesi di operazioni. Drastico anche l’intervento sulla missione in Libia: tornano a casa 700 soldati: ne restano 1080 anzichè 1.780. Dai Balcani, l’Italia richiama 271 uomini: ne restano operativi 379 a fronte dei 650 oggi sul campo.
Ridotte al minimo le presenze italiani in missioni nel Mediterraneo diverse dalla Libia: restano 17 soldati, vengono richiamti in patria in 97 dei 114 oggi impiegati. Del tutto azzerate, invece, la presenze in Georgia, (con il richiamo di tutti e 15 i militari presenti) e a Cipro (tornano a casa in 4 su 4). Resta importante, al contrario la partecipazione italiana alle missioni contro la pirateria in Africa: la riduzione è solo di 4 unità, restano operativi in 270 su 274 in servizio. E’ ridota di 8 soldati la presenza in Somalia e Uganda (ne restano 11 di 19) mentre ben 32 militari sono richiamati dal Bahrein, con una presenza italiana ridotta da 125 a 93 unità. Senza variazioni, infine, le già poco significative presenze italiane in Bosnia (5), Darfur (3), Rafah, (1) Hebron (13). Come richiesto dal Pd, saranno stanziati 16,5 milioni di euro a copertura di spese da parte di volontari impegnati in Afghanistan in operazioni di cooperazione allo sviluppo. La nuova legge, infine, prevede anche il finanziamento di 53 milioni per l’assunzione nel 2011 di personale nell’Aeronautica, nell’Esercito e nella Marina.