Roma, 21 giu. (LaPresse) – Occorre “evitare condotte che creino indebita confusione di ruoli e fomentino l’ormai intollerabile, sterile scontro tra politica e magistratura”. Lo ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano incontrando i magistrati tirocinanti al Quirinale. I magistrati, ha aggiunto, devono usare “il massimo scrupolo nella valutazione degli elementi necessari per decidere l’apertura di un procedimento e, a maggior ragione, la richiesta o l’applicazione di misure cautelari”.
Napolitano è poi intervenuto sulle intercettazioni: solo in caso di “assoluta indispensabilità”, ha detto, si devono richiedere le intercettazioni. “Sappiate applicare scrupolosamente le norme e far uso sapiente ed equilibrato dei mezzi investigativi, bilanciando le esigenze del procedimento con la piena tutela dei diritti costituzionalmente garantiti”. Soprattutto, ha proseguito il presidente,”per le intercettazioni cui non sempre si fa ricorso, come invece insegna la Corte di Cassazione, solo nei casi di assoluta indispensabilità per le specifiche indagini e delle quali viene poi spesso divulgato il contenuto pur quando esso e’ privo di rilievo processuale”. Un contenuto che ”puo’ essere lesivo della privatezza dell’indagato o, ancor di più, di soggetti estranei al giudizio”.
Per il capo dello Stato “le strozzature del sistema giustizia pesano sullo sviluppo complessivo del Paese”, perciò vanno superate “senza fatali ulteriori incertezze, lentezze e false partenze”. Il problema, ha spiegato Napolitano, è quello di una “grave insufficienza del sistema giustizia e della crisi di fiducia che esso determina nel cittadino”.
“Non spetta a me dire – ha però puntualizzato – così come in generale non spetta al capo dello Stato suggerire o valutare disegni di riforma della giustizia, che sono prerogativa del Parlamento nella sua dialettica tra maggioranza e opposizione e nella ricerca di qualificati apporti esterni a fini di ampia condivisione”.