Roma, 14 lug. (LaPresse) – Il caso di Alfonso Papa rischia di risolversi nella segretezza delle urne in aula alla Camera. Quello del deputato coinvolto nello scandalo P4 sta diventando un vero e proprio impeachment per la maggioranza, una zavorra per l’alleanza con la Lega da risolvere al più presto. Ecco allora la richiesta di rinvio del voto di questa mattina in giunta per le Autorizzazioni, spiegata dal relatore, Francesco Paolo Sisto, per avere più tempo per esaminare le quasi 1.500 pagine depositate da Papa ieri. Una richiesta che ha scatenato l’ira delle opposizioni, che invece hanno gridato a gran voce di votare nel pomeriggio per evitare che l’istruttoria dell’organismo si risolvesse in un nulla di fatto. La giunta deve infatti esprimere un parere entro domani, a 30 giorni esatti dalla richiesta di arresto trasmessa dalla Procura di Napoli.
Non trovando terreno fertile, Sisto ha deciso di ritirare la sua proposta, “in pratica è come se si fosse dimesso” ha spiegato Donatella Ferranti del Pd, mentre Pierluigi Mantini dell’Udc ha accusato il partito di “nascondere dietro il voto segreto dell’aula le beghe interne alla maggioranza”. I membri dell’opposizione in giunta infatti sostengono che il Pdl ha portato sul tavolo “una scusa perché i due membri della Lega (Luca Paolini e Fulvio Folegot, ndr.) non avrebbero ancora deciso se votare a favore o contrari alla richiesta di arresto”. In seno al Carroccio sembra infatti che si stia consumando una spaccatura tra i ‘maroniani’, che vorrebbero difendere la legalità votando a favore, e i fedeli al seguito di Marco Reguzzoni, che vorrebbero invece mantenere salda l’alleanza con il Pdl. Tutto quindi rimandato a domani alle 12 con Pierluigi Castagnetti, presidente della giunta, che intende mettere comunque ai voti “una proposta, vedremo quale sarà. Al massimo dovremo prendere atto che non siamo in grado di esprimere un parere”.
Al momento l’unico disposto a stilare una relazione è Federico Palomba dell’Idv. Domani, con il placet di Castagnetti, la giunta si dovrà pronunciare su questa nuova proposta o rimandare all’aula di Montecitorio la decisione sulle sorti dell’ex magistrato.