Milano, 13 lug. (LaPresse) – Nicole Minetti non aveva una funzione di tenutaria del “bordello” organizzato per animare le feste del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma era una delle tante giovani ospiti. Lo ha detto l’avvocato Piermaria Corso, che difende con il collega Paolo Righi la consigliera regionale Pdl, accusata di induzione e favoreggiamnto della pristituzione anche minorile. “Nicole Minetti – ha spiegato il legale al termine dell’udienza preliminare – è stata solo una delle 32 ragazze indicate dalla procura come ospiti a Villa San Martino”.
Agli atti del procedimento sul caso Ruby a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti “non c’è alcun bacio saffico” ha aggiunto Piermaria Corso al termine dell’udienza preliminare in cui ha chiesto al gup Maria Grazia Domanico il non luogo a procedere per la sua assistita. Di bacio tra Nicole MInetti e Ruby aveva invece parlato l’accusa. Agli atti, però, esiste solo una foto scattata con un cellulare di due ragazze che si danno un bacio tra guancia e bocca, che l’avvocato mostra ai giornalisti. A questa immagine il legale ha affiancato la riproduzione di una quadro del pittore inglese Simeon Solomon del XVII secolo, che mostra due giovani che si baciano teneramente sulla guancia, sedute su una panchina. “Vi sembra una cosa eccitante questa?”, ha poi chiesto il legale ai giornalisti.
“Come le altre anche lei ha avuto una sua storia personale” con Silvio Berlusconi “con momenti in cui era in auge a altri in cui lo era meno”. “Leggendo gli atti di indagine – aggiunge il legale – è evidente che chi prima, chi dopo, ma quasi tutte le ragazze hanno avuto un momento in cui erano le ‘favorite'”. Quanto al suo inserimento nel listino bloccato di roberto Formigoni per le elezioni alla Regione Lombardia, che le ha garantito un posto in Consiglio “questo non è certo un reato – dice ancora Corso – ma semmai è colpa del sistema elettorale”.
Secondo il legale “dalle intercettazioni emerge che ciascuna delle ragazze si organizzava in proprio” per partecipare alle serate ad Arcore. Nella casa del premier “c’era un’atmosfera che una teste – ricorada il legale – ha definito da night club”. La difesa della Minetti ha chiesto il non luogo a procedere per entrambi i capi di imputazione perchè il fatto non sussiste.
Prima della notte del 27 maggio 2010, quando Ruby fu portata in Questura, inoltre, non esistono prove di rapporti tra la giovane marocchina e la consigliera regionale a cui venne affidata. La difesa della Minetti ha anche chiesto che il processo venga trasferito al al Tribunale di Messina, competente per territorio perchè la Procura di Milano avrebbe fatto partire il reato di induzione alla prostituzione dal settembre 2009, quando Emilio Fede conobbe Ruby durante un concorso di bellezza a Taormina.
L’udienza preliminare sul caso Ruby è stata rinviata al 3 settembre prossimo. Dopo la pausa estiva la parola passerà ai pm Pietro Forno e Antonio Sangermano, che esporranno al gup Maria Grazia Domenico le loro contro repliche. A questo punto il gup si ritirerà in camera di consiglio per decidere se rinviare a giudizio Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede per i reati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile.