Napoli, 9 lug. (LaPresse) – Un giro di nomine, pagate con regali e favori, che coinvolge parlamentari e manager e scoperto grazie alle prime dichiarazioni di Paolo Viscione, l’imprenditore stanco di pagare i “capricci” di Marco Mario Milanese, ex consigliere di Tremonti e deputato del Pd, incaricato dallo stesso ministro dell’Economia di gestire la partita delle nomine. Tutto nasce da alcuni pagamenti sospetti, dalla vendita di una barca e di alcune ville. Per il pm di Napoli Piscitielli è stato come scoperchiare un vaso di Pandora. Non solo l’Enav, anche Finmeccanica, le società direttamente controllate dal ministero o quelle a loro volta controllate dalle controllate dal ministero.
“Nell’espletamento di questa funzione (delegato del ministro dell’Economia a individuare persone da segnalare nelle società controllate dal dicastero, ndr) Milanese aveva certamente promosso l’attribuzione degli incarichi poi effettivamente ricevuti dal Marchese e dal Barbieri”, scrive il gip di Napoli Amelia Primavera, che aggiunge: “Circostanza, questa, obiettivamente avvalorata dalle acquisizioni documentali, in particolare presso Finmeccanica; dalle dichiarazioni di Lorenzo Borgogni (responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica indagato per corruzione in un’altra indagine, ndr); dalle spontanee dichiarazioni dello stesso Milanese e dalle dichiarazioni rese, come persona informata su fatti, da Guido Marchese (il commercialista che secondo le accuse Milanese propose nelle caselle che spettavano al Tesoro, per la presidenza del Cs di Oto Melara e per il cda di Ansaldo Energia dove fu registrata l’incompatibilità ai sensi del codice civile, ndr)”.
I primi dettagli emergono dall’interrogatorio di Viscione. A lui si è rivolto Milanese per vendere una barca. “Però c’è… questo è l’ultimo punto importante, Milanese ha una barca […] una barca importante, comprata da Russo di Capri, quello dell’abbigliamento, che valeva seicento, settecentomila euro… in un momento… invernale, diciamo, novembre, ottobre, novembre: Paolo, mi devi fare la cortesia, dobbiamo provare a vendere la barca… lui me la voleva rifilare… e io che stavo sotto scacco non potevo dire di no così, allora ho trovato la soluzione…”.
“Avevo un amico – continua Viscione nell’interrogatorio – che aveva bisogno di una cortesia, quella là di essere confermato in una nomina… amico però non mio. Amico di Sidoti… Sidoti mi premeva: perché non lo presentiamo a Milanese, non lo presentiamo a Milanese? Va bene, lo presentiamo al Milanese. Invece di presentarlo, lo faccio portare da me e gli dico: senti, tu sei disposto a fare un’operazione di questo tipo? Ti compri la barca, la fai comprare a qualcuno e quello ti farà il piacere sicuramente, no… Così è stato, questo si chiama Fabrizio Testa ed è il presidente dimissionario dell’Enav, Finmeccanica …”.
Il pm vuole accertarsi si tratti proprio di lui e insiste: “Fabrizio?” Quindi Viscione precisa: “Fabrizio Testa inquisito dallo scandalo famoso delle fatture false Enav e compagnia bella… Matteoli non lo voleva. Alemanno non lo voleva. Tremonti l’ha fatto nominare […] l’ha fatto diventare presidente dell’Enav, con i poteri, che poi dopo si è dovuto dimettere, perché è nato il casino delle fatture false, è un altro discorso… Però è stato nominato e si e comprato la barca…”.
Un’altro degli episodi accertati riguarda una mazzetta da non inferiore a centomila euro “effettivamente – si legge nell’ordinanza – corrisposte da Guido Marchese in corrispettivo delle nomine quale componente del collegio sindacale nelle società a partecipazione pubblica Ansaldo Breda spa, Oto Melara spa, Ansaldo Energia spa, Sogin spa e Sace spa e da Carlo Barbieri in corrispettivo delle nomina quale consigliere di arnministrazione di Ferservizi spa società controllata dalle spa Ferrovie della Stato ed altre in corso in accertamento”.
E poi c’è Finmeccanica. Sono Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, e Barbara Corbo, la sua segretaria a parlare al pm di come andavano le cose, oltre alla documentazione acquisita durante una perquisizione alla sede di Finmeccanica. Il dirigente e la sua segretaria sono stati sentiti il l2 e il 22 marzo 2011. “II Borgogni – scrive il gip – in particolare, nel ricostruire il piu ampio e generalizzato ‘sistema’ di attribuzione e sostanziale ‘spartizione partitica’ degli incarichi anche in società non direttamente controllate dal ministero e nelle quali nessuna influenza governativa o partitica avrebbe dovuto esercitarsi, confermava quanto già reso evidente dagli atti acquisiti e cioè che il nominativo del Marchese gli era stato fornito da Marco Milanese”.