Tremonti ai pm: Berlusconi vuol farmi fuori con Gdf? Non ci credo

Roma, 8 lug. (LaPresse) – Metodo Boffo contro di me sì. Lotte interne alla Gdf sì. Conosco Bisignani? Sì. Berlusconi mi vuol far fuori? No. Si può riassumere così l’interrogatorio di Giulio Tremonti da parte dei Pm napoletani che indagano sulla P4, Curcio e Woodcock. Il ministro dell’economia è stato sentito lo scorso 17 giugno all’ora di pranzo in una sede della Dia a Roma. La prima domanda posta al ministro riguarda le faide interne alla Gdf per la nomina a comandante generale del corpo. Tremonti non ha dubbi: “Gli alti ufficiali nella prospettiva di diventare comandanti generali hanno preso a coltivare relazioni esterne al Corpo non troppo opportune” spiega il ministro che in merito ha una ricetta molto semplice: “Meno salotti, meno palazzi, consegne in caserma”.

La seconda parte dell’interrogtorio a Tremonti parte con l’ascolto di un’intercettazione tra Berlusconi il generale Adinolfi della Gdf. Telefonata che secondo Tremonti preludeva a un chiarimento. Che infatti ci fu, il ministro racconta infatti di una discussione con il premier poco prima della telefonata intercettata, durante la quale però Berlusconi aveva anche criticato direttamente l’operato dello stesso Tremonti. Qui Tremonti ci tiene a spiegare cone in quello stesso periodo “su alcuni settori della stampa si manifestava una tendenza, una spinta alle mie dimissioni se non avessi modificato le mie posizioni”. Secondo Tremonti c’era un attacco tipo ‘metodo Boffo’ e ciò trovava conferma in voci parlamentari. Su Adinolfi, Tremonti ribadisce le sue perplessità in merito all’amicizia che lo legava al premier stesso.

Ma c’era quindi un piano per far fuori Tremonti attraverso la Gdf? Tremonti non l’ha mai detto, nonostante quanto dica il premier nella telefonata intercettata con Adinolfi: “Non ho mai detto a Berlusconi che lui voleva farmi fuori tramite la Gdf. Ritengo che Berlusconi abbaia fatto un erroneo collegamento fra diverse frasi da me pronunciate”. Nell’ultima parte del verbale d’interrogatorio entra in scena Bisignani, che Tremonti conosce “come molti”. Ma esclude che lo stesso ex giornalista abbia potuto segnalargli la nomina di Roberto Mazzei al Poligrafico, tutto si è svolto normalmente secondo Tremonti. Infine due precisazioni: ‘il metodo Boffo’ cui si ispira il ministro è solo a mezzo stampa e non prevede l’utilizzo di notizie giudiziarie riservate; Tremonti ha appreso dell’indagine sulla P4 dai giornali.