Roma, 8 lug. (LaPresse) – Il premier Silvio Berlusconi non si ricandiderà alle prossime elezioni, ma lascerà che sia il nuovo segretario del Pdl, Angelino Alfano, il candidato alla presidenza del Consiglio. Al Quirinale vuole vedere Gianni Letta. Ma per ora bisogna concentrarsi sugli aggiustamenti da fare alla manovra. E’ lo stesso Berlusconi a raccontare tutto in una intervista a Repubblica. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, secondo il premier “pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano dei cretini”. E poi parla solo ai mercati, invece che alla gente. Perciò occorre qualche correttivo, soprattutto sul fronte tasse.

“Il candidato premier del centrodestra – annuncia Berlusconi – sarà Alfano. Io, se potessi, lascerei già ora”. “Non mi dimetto – puntualizza – però verrebbe voglia. In ogni caso alle prossime elezioni non sarò io il candidato premier. Credo – aggiunge – che siano tutti d’accordo. Io farò la campagna elettorale e aiuterò Angelino. Farò il ‘padre nobile’. Cercherò di costruire il Ppe in Italia. Ma a 77 anni non posso più fare il presidente del consiglio”.

Il Quirinale, continua Berlusconi, “non è per me. Al Quirinale – aggiunge – ci andrà Gianni Letta. È la persona più adatta. Anzi è una grande persona. È un buono e ha ottimi rapporti anche con il centrosinistra. Avrebbe anche i loro voti”.

Ma il premier si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dice, “pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano dei cretini. Lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così. Ma è l’unico che non fa gioco di squadra”. “Quel ‘cretino’ è emblematico”, aggiunge, riferendosi all’epiteto pronunciato da Tremonti all’indirizzo del ministro della Pubblica amministrazione. “Brunetta, giustamente – prosegue Berlusconi – parlava ai nostri elettori. Lui invece parla solo ai mercati”.

Tremonti, rincara la dose il premier, “è preoccupato dei mercati, lo capisco. Ma io gli ricordo sempre che in politica il fatturato è composto dal consenso e dai voti. A lui il consenso non interessa, a noi sì. Quindi, fermi restando i saldi, noi la manovra la cambieremo in Parlamento”. “Sulle tasse – aggiunge – andiamo comunque avanti. È chiaro che la situazione è difficile. Abbiamo cercato soprattutto di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Negli altri paesi lo hanno fatto. Hanno tagliato i dipendenti pubblici e i loro stipendi. Detto questo, la modificheremo: correggeremo il superbollo sulle autovetture e qualcosa sulle tasse la faremo”.

Il premier parla poi anche della struttura Delta, la presunta organizzazione interna alla Rai che avrebbe avuto il compito di incidere sulle decisioni dell’azienda per favorire il Governo. “Ma quale Struttura Delta. Se fosse vero, sarebbe una struttura di coglioni. Non hanno condizionato un bel nulla”, dice Berlusconi. “La Rai – aggiunge – ci è sempre stata contro. Le sembra che siamo mai riusciti a farci fare un favore dalla Rai? Nel Cda poi… meglio che non parlo”.

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