Lodo Mondadori addio, troppe critiche, Berlusconi ci ripensa

Roma, 5 lug. (LaPresse) – “Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata”. Lo dichiara, in una nota, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito al contestato inserimento nella manovra finanziaria del Lodo Mondadori. “Spero non accada – aggiunge il premier – che i lavoratori di qualche impresa, in crisi perché colpita da una sentenza provvisoria esecutiva, si debbano ricordare di questa vergognosa montatura”, riferendosi ai termini della misura che riguardano imprese coinvolte in procedimenti giudiziari. “Conoscendo la vicenda – aggiunge il premier – ritengo di poter escludere che ciò possa accadere e anzi sono certo che la Corte d’Appello di Milano non potrà che annullare una sentenza di primo grado assolutamente infondata e profondamente ingiusta. Il contrario costituirebbe un’assurda e incredibile negazione di principi giuridici fondamentali”.

Nonostante il ritiro della norma, Fini critica il governo, e lo fa in modo inusuale dal suos cranno di Montecitorio: “Da parte mia non posso che sottolineare la totale inopportunità di inserire nella manovra una norma che si dice sia stata ritirata”. “Berlusconi, colto con le mani nel sacco, ha deciso di ritirare la norma salva Mondadori. Oggi l’ha fatto perché domani vuole ripresentarne un’altra simile?” ha invece commentato il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Berlusconi protesta perché dice che lui non ne sapeva niente, cosa che conferma la nostra perplessità sul fatto che il testo del decreto legge che arriverà in Senato non è quello che è stato approvato dal Cdm. Uno strappo di una certa rilevanza” ha spiegato la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. “E’ una norma che ha fatto impazzire la maionese” ha aggiunto.

Soddisfatto invece il Quirinale, che ha concluso l’iter di valutazione della manovra e ha preso atto della rinuncia al ‘Lodo Mondadori’. Neutrale la Borsa, che ha chiuso prima del passo indietro del premier. LaCir ha perso lo 0,91% a 1,733 euro, con il gruppo editoriale L’Espresso che ha lasciato l’1,06% a 1,777 euro. Per quanto riguarda le aziende del premier, Mondadori ha terminato la seduta negativa dello 0,41% a 2,43 euro, Mediaset ha perso l’1,69% a 3,25 euro. Mediolanum si è posizionata invece a 3,216 euro, in crescita dello 0,5%.