Alfano segretario Pdl per acclamazione, Berlusconi resta presidente

Roma, 1 lug. (LaPresse) – Il ministro della Giustizia Angelino Alfano è stato nominato segretario del Pdl per acclamazione dal Consiglio nazionale del partito riunito stamane a Roma all’auditorium della Conciliazione. La nomina ufficializza formalmente l’investitura decisa dal premier Silvio Berlusconi, che resta presidente del partito. E’ stata una standig ovation a mettere il sigillo alla decisione. “Alla sua nomina – ha detto Berlusconi rivolgendosi al pubblico plaudente – nei giorni scorsi non c’è stata alcuna voce contraria, lui è la persona giusta: Alfano è il nuovo segretario politico”.

“Girerò l’Italia – ha annunciato Alfano nel suo primo discorso da segretario – per costruire insieme a voi un altro pezzo del sogno che Silvio Berlusconi ci ha insegnato a vivere. Chi fa politica non lo fa solo per soldi ma per lasciare un ricordo ai nostri figli”. “Dobbiamo costruire un partito degli onesti”, ha spiegato. “Voglio – ha aggiunto – un Pdl degli onesti e con onestà, visto che è un nuovo inizio, dobbiamo dire che non tutti lo sono”. Tra i punti del suo programma “la meritocrazia all’interno dei territori soprattutto. Noi dobbiamo costruire un partito nel quale il figlio di papà un po’ asino e scemo non possa battere il giovane intelligente squattrinato”. Il nuovo segretario ha parlato anche di primarie, strumento invocato da più parti nel partito, facendo capire di non essere troppo entusiasmato dall’idea: “Le primarie non sono il fine – ha sottolineato – sono il mezzo. Il fine è vincere le elezioni”.

Ma “con quale strumento possiamo individuare il merito delle persone se non attraverso il congresso e le primarie?”, ha ribattuto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. “I congressi – ha sottolineato – sono l’unico strumento meritocratico per fare in modo che i nostri rappresentanti siano nominati dall’alto”. “Quando mi ricandiderò a sindaco di Roma – ha annunciato – voglio passare attraverso le primarie. Quindi queste elezioni primarie vanno fatte, a mio parere, per legge”. La scelta dell’acclamazione invece che di una elezione vera e propria ha lasciato l’amaro in bocca anche a Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl: “Dobbiamo andare – ha commentato – verso un partito con più eletti e meno nominati”. Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgia Meloni: per il ministro della Gioventù servono “elezioni primarie a tutti i livelli, anche per la leadership”. “Come possiamo sostenere la rivoluzione del merito – ha chiesto il ministro – se come parlamentari siamo nominati in liste bloccate?”.

Caustico il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “Per acclamazione, fantastico. Io ho fatto più fatica a diventare segretario. Beato lui. Ma è segretario del partito o segretario del presidente del partito?”. Gli ha risposto a stretto giro il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto: “Bersani ha sbagliato dicendo che Alfano era segretario di Berlusconi. Bersani non ha capito quello che sta accadendo oggi. Oggi stiamo dimostrando che non ci siamo dispersi e stiamo dando una risposta collettiva del partito alle problematiche economiche, sociali, e politiche mondiali”. Gli ha fatto eco il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: “Non bisogna sottovalutare le reazioni delle opposizioni, ovviamente tralascio quelle di cattivo gusto come quelle di Bersani, disperato perché non riesce a governare più il suo partito aggredendo quello che sta facendo il Popolo delle libertà, ma guardo a quelle di chi sta guardando con curiosità a quello che sta avvenendo qui oggi”.

A difendere Alfano anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: “Con Alfano – ha detto – si apre una stagione brillante per il partito, che sarà il partito dei giovani e delle famiglie”. Alfano è il segretario ma il vero capo resta Berlusconi, per il ministro degli Esteri, Franco Frattini: “Bisogna portare avanti – ha detto – la rivoluzione liberale guardando al Partito popolare europeo con una nuova partenza con una forte leadership di Berlusconi”.

Presente anche la consigliera regionale della Lombardia, Nicole Minetti, indagata a Milano nell’ambito dell’inchiesta sui festini a casa del premier: “Mi è piaciuto moltissimo”, è stato il suo commento sul discorso di Alfano. In platea anche Alfonso Papa, l’ex magistrato e deputato del Pdl, indagato dalla procura di Napoli nell’inchiesta P4. Papa era seduto accanto alla compagna di Sandro Bondi, la deputata Manuela Repetti.

Per nominare Alfano segretario è stato necessario modificare lo statuto del partito, che finora non prevedeva questa figura. Su questa modifica si è votato. Dei 1.045 presenti solo uno si è espresso contro. Il dissidente si chiama Antonio Pedicino. “Una boutade, uno scherzo. Avete visto come sorrideva?”, ha spiegato l’ufficio stampa. Scherzo o no, il notaio ha trascritto nei verbali un voto contrario e nessun astenuto. Quanto invece all’elezione di Alfano, nei registri è stata verbalizzata “per alzata di mano”. Non è stato registrato alcun voto contrario o astensione. La nomina del primo segretario politico è avvenuta dunque all’unanimità.

Al termine del Consiglio nazionale Berlusconi ha opposto un sorriso smagliante ma silenzioso alle domande dei giornalisti. Poi ha lasciato l’auditorium ed è andato via in auto. Si è recato nella propria residenza, a palazzo Grazioli, dove lo attendeva già il neo segretario Alfano, che lo aveva preceduto.