Roma, 29 giu. (LaPresse) – Silenzio che si affetta con un coltello e facce scurissime, al termine del vertice di maggioranza sul disegno di legge Comunitaria, che ha subito uno stop oggi nell’aula di Montecitorio. Il governo infatti è andato pesantemente sotto: l’articolo 1 del provvedimento è stato bocciato con 270 no contro 262 sì. Col risultato che il suo esame è stato rinviato a una prossima seduta dell’aula. Sul voto hanno pesato le numerose assenze tra i banchi della maggioranza. Tra questi, come risulta dai tabulati, al netto dei deputati in missione al momento del voto risultavano 27 assenti ‘ingiustificati’ nel Pdl e due nella Lega, oltre ai 6 di Iniziativa Responsabile. Assenze anche nel gruppo Misto: 9 deputati (di cui 3 in missione).

La faccia più scura, raccontano fonti parlamentari, era senza dubbio quella del premier Silvio Berlusconi, che ha passato in rassegna i suoi uomini chiedendo ragione di quello che all’interno della maggiornza continuano a definire come “un inciampo, un incidente, cose che possono capitare ma che non hanno rilevanza politica”. Non sono stati momenti sereni quelli vissuti dai vertici parlamentari del Pdl della Camera chiamati a rapporto dal Cavaliere. Avvisato dal portavoce Paolo Bonaiuti di quanto era appena accaduto in aula, il presidente del Consiglio è letteralmente piombato a Montecitorio per incontrare i suoi uomini e farsi spiegare i motivi della brutta figura. “Se si continua così si rischia di andare a casa”, avrebbe detto ai suoi. Proprio ieri Berlusconi aveva chiesto compattezza e unità ai presenti al vertice di maggioranza sulla manovra di palazzo Grazioli.

Nella sala del governo c’erano i capigruppo del Pdl e della Lega, Fabrizio Cicchitto e Marco Reguzzoni, i vicepresidenti della Camera Maurizio Lupi e Antonio Leone, il vicepresidente vicario dei deputati Pdl Massimo Corsaro e il relatore della legge Comunitaria, il deputato del Carroccio Gianluca Pini. Tutti a cercare di capire come mai il governo sia andato sotto. Silvio Berlusconi, racconta chi era presente all’incontro, non ha nascosto lo sconcerto per quanto accaduto.

Nel corso della riunione di maggioranza con il premier, sono state vagliate varie ipotesi per ‘recuperare’ il ddl Comunitaria 2010. Oltre a uno spacchettamento del testo in diversi provvedimenti, spiega il leghista Gianluca Pini, relatore del ddl, si sta valutando anche la possibilità di “mandare al Senato un testo monco dell’articolo 1 che verrebbe reintrodotto a Palazzo Madama, oppure un decreto legge con il testo approvato dalla commissione Politiche Ue”.

La bocciatura dell’articolo 1 “è un brutto stop tecnico per squallidi motivi politici. Le giustificazioni date da esponenti dell’opposizione in Aula sono un esercizio di ipocrisia all’ennesima potenza”, afferma Pini che non le manda certo a dire ai colleghi seduti nei banchi dell’opposizione. “Non è stato bocciato il merito del ddl – prosegue – ma il principio stesso dell’adeguamento dell’ordinamento italiano a quello comunitario”, portando anche al rischio, causa ritardi nell’attuazione delle norme, “di centinaia di milioni di euro”.

Insomma, quello dell’opposizione, “è stato un voto contro il Paese e non questa maggioranza perché sul tentativo di stralciare l’articolo 18 (quello sulla responsabilità civile dei magistrati, ndr) loro hanno perso e quindi hanno fatto una ripicca veramente squallida sul principio di delega”. Quanto alle assenze nelle file della maggioranza, Pini, dopo aver ricordato che gli assenti del Carroccio sono stati due, aggiunge che “chiaramente all’interno del Pdl occorre maggiore responsabilità per sostenere i provvedimenti del Governo”.

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