Roma, 23 giu. (LaPresse) – Polemiche a Roma sul manifesto della Festa dell’unità 2011. Il coordinamento ‘Se non ora quando’ attacca il Pd per la scelta di mettere sui muri una donna in posa da Marylin Monroe, ma vestita di fuxia, mentre si tiene la gonna che il vento le alza. Sotto lo slogan: ‘Cambia il vento’. Il Pd però non ci sta e ribatte: “Un paio di gambe – scrive al coordinamento – sono automaticamente equiparabili ad un’immagine offensiva o volgare come quelle delle ‘olgettine’ che circolano sul web? Sono la stessa cosa o c’è una differenza? Qual è il confine oltre il quale comincia la mercificazione o l’uso improprio? Il manifesto è una citazione pubblicitaria, una rievocazione di Marilyn Monroe del film ‘Quando la moglie è in vacanza’, divenuta un’icona. Può piacere o non piacere. Ma è davvero riprovevole?”.
“Costruiamo una discussione pubblica alla festa del Pd di Roma – è l’esortazione della segreteria romana del partito -, dove possano confrontarsi in modo libero diversi punti di vista, senza rappresentazioni caricaturali frutto di pregiudizi che banalizzano una discussione seria, dove nessuno pensi che un giudizio critico corrisponda a un moralismo bacchettone e un giudizio positivo ad un’assenza di posizione etica”.
“Sullo slogan ‘Cambia il Vento’ c’è quasi un’uniformità di giudizio – si legge ancora nella lettera aperta -. È infatti la risultante nel nostro Paese del protagonismo di tanti movimenti: le donne, con la manifestazione organizzata dal coordinamento ‘Se non ora quando’ a Piazza del Popolo il 13 febbraio, i precari, i lavoratori in lotta, gli studenti, i comitati per l’acqua e contro il nucleare, e infine permetteteci di ricordarlo anche del lavoro dei dirigenti nazionali del Pd e soprattutto di quello invisibile di tantissime centinaia di migliaia di militanti del Pd che hanno dato un supporto logistico organizzativo e politico a tutte queste battaglie, i cui risultati più importanti si sono avuti nella grande vittoria alle elezioni amministrative e nella straordinaria partecipazione al referendum di giugno”.

