Pisapia giura da sindaco di Milano. Scintille con la Moratti

Milano, 20 giu. (LaPresse) – Giuliano Pisapia si è insediato ufficialmente questo pomeriggio sulla poltrona di sindaco di Milano. Il nuovo primo cittadino ha giurato formalmente davanti al consiglio comunale alle 17 in punto. Presente la giunta al completo, con i dodici assessori e il sindaco Giuliano Pisapia, tra i banchi seduti 41 dei 48 consiglieri eletti. A pochi minuti dall’inizio dei lavori, l’ex sindaco Letizia Moratti, ora tra i banchi dell’opposizione, ha stretto la mano all’attuale primo cittadino.

Un fair play che è durato poco, per lasciare subito spazio alle polemiche. “Un primo esame conferma – ha detto Pisapia nel suo primo discorso da sindaco – quanto i revisori del Comune di Milano avevano già rilevato e cioè che, dal controllo sugli equilibri di bilancio, emerge un andamento assai negativo delle entrate che compromette l’equilibrio di bilancio sia da parte corrente che dei saldi utili ai fini del rispetto del patto di stabilità”. “Sul bilancio del Comune e sull’effettiva situazione rispetto a quella che ci è stata comunicata – ha aggiunto – faccio fin d’ora ogni riserva e darò immediate comunicazioni non appena saranno terminate le doverose verifiche”.

“Mi è dispiaciuto che il sindaco abbia messo le valutazioni sul bilancio tra i primi punti del suo discorso”, ha replicato Letizia Moratti. “Noi siamo orgogliosi di lasciare alla città un bilancio che prevede un avanzo di 48 milioni di euro – ha spiegato – due nuove linee della metropolitana, due nuovi musei. In un momento di difficoltà economica e finanziaria siamo orgogliosi di non aver pesato sui cittadini né con aumenti delle tariffe né con l’addizionale Irpef. Non vorrei che questo suo accenno al bilancio – ha aggiunto – sia un modo per mettere le mani avanti e alzare le tariffe nelle prossime settimane”. Per la Moratti quella di Pisapia è stata “una relazione generica e retorica. La città – ha aggiunto l’ex sindaco – non può più aspettare. Ha bisogno di certezze che le giunte precedenti hanno sempre dato. Pisapia non ha saputo indicare gli strumenti con cui intende raggiungere i suoi obiettivi”.

Mentre dentro si accendeva la polemica, fuori da palazzo sono stati moltissimi i milanesi che hanno scelto di assistere al primo consiglio comunale dopo l’elezione di Giuliano Pisapia. In piazza San Fedele, dietro Palazzo Marino, è stato allestito un maxischermo per seguire i lavori d’aula. Tra i molti cittadini che si sono raccolti in piazza, anche il presidente della Casa della Carità, don Virginio Colmegna e il coordinatore cittadino di Sel, Daniele Farina. Il ristorante ‘Papà Francesco’, nella vicina via Marino, ha offerto a tutti i presenti il tradizionale risotto alla zafferano. Anche in piazza della Scala, davanti al Comune di Milano, si sono radunate alcune centinaia di persone.

Un lungo applauso ha salutato le dimissioni annunciate di Silvio Berlusconi dal Consiglio Comunale. Applausi anche quando, durante l’appello dei presenti in aula è stato fatto il nome di Giuliano Pisapia e quando il neo sindaco ha prestato giuramento. Un boato di disapprovazione è salito dalla folla, invece, quando durante l’appello dei consiglieri comunali presenti in aula, è stata chiamata Letizia Moratti. In piazza San Fedele ha fatto il suo ingresso anche un gruppo di migranti della rete ‘Immigrati Autorganizzati’ al grido di “Sanatoria subito. Non siamo clandestini, siamo i nuovi cittadini”. Alcuni membri dell’associazione ieri si sono incatenati davanti alla sede della Lega Nord in Piazza XXIV maggio “per spiegare come la legge Bossi Fini ci incateni al lavoro”, ha spiegato Jorge Carazas, rappresentante della rete. Oggi i migranti hanno consegnato una lettera a tre consiglieri di maggioranza e domani incontreranno il sindaco Giuliano Pisapia.

Anche alcuni antagonisti e anarchici vicini al centro sociale Cantiere sono arrivati in piazza per chiedere al neo sindaco Giuliano Pisapia il blocco degli sgomberi e degli sfratti dalle case popolari. “La lotta per la casa non si ferma”, recitava uno striscione che hanno appeso sulla facciata della sede della banca Bnl. I ragazzi del Cantiere, insieme al comitato Inquilini, hanno chiesto in particolare di “bloccare gli sfratti” dalle case popolari “e gli sgomberi”, di “istutire subito una sanatoria per gli inquilini senza titolo (che sono occupanti per ‘legittima difesa’), l’assegnazione delle 5mila case popolari vuote degli 80mila alloggi privati sfitti, l’adeguamento degli affitti ai redditi e la fine della s-vendita delle case popolari”. Tra le richieste urgenti che gli antagonisti hanno fatto al neo sindaco, anche la sostituzione dei vertici dell’Aler, l’ente che si occupa dell’edilizia popolare.