Roma, 20 giu. (LaPresse) – Anche l’ad di Fs Mauro Moretti finisce nelle maglie dell’inchiesta sulla P4. L’amministratore delegato del gruppo Fs è indagato per favoreggiamento. I magistrati lo avevano sentito tempo fa in relazione a una telefonata che il deputato Pdl Alfonso Papa gli aveva fatto. “Trasecolo – commenta lo stesso Moretti attraverso l’ufficio stampa dell’azienda – apprendendo da agenzie di stampa di essere stato iscritto al registro degli indagati. Al riguardo – aggiunge – posso soltanto dire di essere stato ascoltato in qualità di persona informata sui fatti, di avere collaborato e chiarito quale fosse stato il contenuto della telefonata ricevuta dall’onorevole Papa, che si lamentava di un disservizio causato da un controllore su un treno”.
“Ripeto – dice Moretti – ho collaborato in modo trasparente: ma ora mi trovo indagato. Purtroppo, di telefonate di quel tenore ne ricevo tutti i giorni”. Questo è quanto posso dire – conclude l’ad delle Ferrovie dello Stato – per il resto i miei legali chiederanno di approfondire la questione e proveranno la mia totale estraneità a qualsiasi illecito”.
Ma l’inchiesta sulla P4 scuote anche Roma e l’amministrazione capitolina. Nell’ordinanza dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, che stanno indagando sulla rete di Luigi Bisignani, il faccendiere che questa mattina è andato davanti al gip per rispondere alle domande sull’inchiesta, spunta il nome del sindaco di Roma, Gianni Alemanno tirato in ballo da a Maurizio Basile, amministratore delegato dell’Atac, l’azienda di trasporti pubblici romana. “La capacità di influenza di Bisignani e quindi del suo gruppo veniva in rilievo anche con riferimento al sindaco di Roma Alemanno”. Questo si legge in un passaggio delle richieste di misure cautelari avanzate dai magistrati di Napoli. La vicenda trae spunto dalla testimonianza dello stesso Basile che dichiara: “Nella primavera del 2010 Bisignani mi ha presentato al sindaco Alemanno e dunque Alemanno mi ha nominato suo capo di gabinetto dal luglio a novembre 2010. Dopodiché sono stato nominato amministratore delegato dell’Atac cumulando le due funzioni per un mese”.
“Non c’è dubbio – dichiara Basile – che Alemanno ascoltasse le indicazioni di Bisignani comprese la mia nomina. Tuttavia non so spiegare come mai Bisignani potesse vantare tale indubbio potere contrattuale su Alemanno”. Per l’uomo di Atac “Alemanno ha partecipato anche a due riunioni-cene a casa della madre di Bisignani. Questo fece parlare a telefono Alemanno e Briatore e da ciò che ho potuto apprendere da tale conversazione Briatore spiegò ad Alemanno che non c’era alcun reale interesse da parte delle società costruttrici di auto di fare un gran premio a Roma. Mi ricordo che in un’altra occasione Bisignani mi chiese di dare il numero di Briatore a Alemanno e si parlò della valorizzazione delle aree dell’Eur che doveva conseguire a tale Gran Premio. Maurizio Flammini, che mi pare sia il presidente della Conflazio, è quello che insisteva per il Gran Premio”.
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