Secondo l'esperto, Rino Cutuli, non si tratterà di un'ondata di freddo eccezionale

L’Italia si prepara a vivere una fase meteorologica pienamente invernale, a causa dell’irruzione, a partire da giovedì notte e dalle regioni settentrionali, di una massa d’aria freddissima, di origine artico-continentale, in discesa dall’Europa nord-orientale e dalla vicina Russia europea.

Un’ondata di freddo di rilevante portata, finora la più intensa di questo inverno, per estensione geografica (dal momento che non risparmierà nessuna regione) e per durata (il freddo, seppur lievemente attenuato, proseguirà anche nei primi giorni della prossima settimana).

“Non si tratterà – afferma Rino Cutuli – meteorologo di IconaMeteo.it – di un’ondata di gelo eccezionale: nel recente passato abbiamo avuto irruzioni ben più fredde”.

“L’ultima risale a quella del febbraio 2018 – sottolinea – mentre la più rilevante in assoluto del ventunesimo secolo è stata quella del febbraio 2012, con il termometro fino a -18 gradi a Milano Malpensa e addirittura 2 metri di neve in centro a Urbino”.

“Oltre a non poter essere paragonata a queste ultime ondate di gelo – aggiunge – quella che sta per arrivare non ha nulla a che vedere con il famigerato e troppo spesso inflazionato Burian, più correttamente Buran”.

Il Burian è un vento gelido che soffia frequentemente durante la stagione invernale nel cuore del continente asiatico: trae origine nei pressi della Mongolia e della Jacuzia, dove ha sede il cuore del potente e gelido anticiclone russo-siberiano. Quando la circolazione atmosferica lo consente, si genera un lunghissimo ponte di alta pressione tra l’Anticiclone delle Azzorre e quello russo-siberiano (parliamo di un’estensione di migliaia di chilometri), detto anche ‘Ponte di Weikoff’. Lungo il bordo meridionale di questo vastissimo corridoio anticiclonico, la massa d’aria siberiana si mette in moto verso ovest (per questo si dice anche moto retrogrado, perché opposto al normale flusso atmosferico che viaggia da ovest verso est), raggiunge e supera gli Urali e irrompe sull’Europa a partire dalle nazioni orientali, per poi piegare in direzione dei Balcani e dell’Italia.

L’aria fredda che nei prossimi giorni si riverserà in parte anche sul nostro Paese è figlia della massa d’aria gelida che da diverse settimane ormai staziona in modo permanente tra Scandinavia, Finlandia, Repubbliche baltiche, Bielorussia e tutta la Russia occidentale (quella ad ovest degli Urali, per intenderci) dove ha avuto modo di raffreddarsi notevolmente e soprattutto di continentalizzarsi, divenendo così ancora più fredda. Tra l’altro, la cruda e lunga fase invernale che sta vivendo questa parte del continente è una delle conseguenze dello Stratwarming di inizio gennaio.

In queste regioni il termometro nei giorni scorsi ha fatto registrare valori tra i -20 e i -30 gradi. Si tratta della stessa massa d’aria che in questa prima parte della settimana ha investito il Regno Unito e parte dell’Europa centrale, all’origine delle bufere di neve e delle temperature rigidissime delle ultime ore (sulle pianure della Germania centro-settentrionale stamani si sono toccati i -23 gradi): per queste zone si tratta dell’evento di gelo e neve più rilevanti degli ultimi 10 anni.Tornando all’Italia, il calo termico tra venerdì 12 e domenica 14 atteso sarà dell’ordine dei 10-15 gradi, quindi certamente notevole: di conseguenza l’anomalia sarà molto marcata, fino a 8-10 gradi in meno rispetto alla media del periodo.

In Italia si passerà dalla primavera inoltrata al gelo invernale nel giro di una settimana, con qualche episodio di neve fino a bassa quota in alcune aree del Centro e del Sud Italia tra venerdì e sabato.

A livello termico, la giornata più fredda per le regioni del Nord sarà quella di sabato, quando di pomeriggio in pianura si dovrebbero di pochissimo superare gli zero gradi. Quella più fredda a livello nazionale probabilmente la domenica, quando mediamente tra Nord e Sud non si andrà oltre i 3-6 gradi. La sensazione di freddo, inoltre, sarà accentuata dai venti di Bora e Grecale e dal vento da est in Val Padana. Le minime, per contro, potranno scendere fino a 5-7 gradi sotto lo zero su pianure e valli del Centronord, non solo nel weekend, ma anche nei primi giorni della prossima settimana.

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