È stato presentato come modello virtuoso per misurare e ridurre le emissioni degli yacht superiori ai 24 metri
Nel cuore del Mediterraneo, dove il lusso nautico incontra le sfide ambientali, Monaco si candida a capitale della trasformazione sostenibile dello yachting. In occasione del Blue Economy and Finance Forum (BEFF), evento ufficiale della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano, il Principato ha ospitato leader del settore, investitori e rappresentanti istituzionali per discutere di finanza blu e innovazione.
Sotto l’Alto Patronato di S.A.S. il Principe Alberto II, il forum ha acceso i riflettori su uno strumento innovativo: il Sea Index, sviluppato dal Yacht Club de Monaco in collaborazione con Credit Suisse (gruppo Ubs).
Nella sessione ‘Setting Sail to Blue Ports and Shipping’, dedicata alla decarbonizzazione del trasporto marittimo e delle infrastrutture portuali, il SEA Index è stato presentato come modello virtuoso per misurare e ridurre le emissioni degli yacht superiori ai 24 metri.
Rachel Ercole Ribes, responsabile sviluppo del progetto, ha richiamato l’attenzione sul ruolo strategico degli armatori nella transizione ecologica del settore: “Gli armatori di yacht sono spesso anche capitani d’industria. Hanno i mezzi e l’influenza per superare le barriere tecnologiche. La decarbonizzazione non è solo un obbligo normativo, ma una responsabilità condivisa. Con il Sea Index offriamo uno strumento affidabile, trasparente e scalabile, e soprattutto affermiamo una leadership pionieristica nel settore, per anticipare le normative future e promuovere l’innovazione già da oggi”.
Alla tavola rotonda hanno partecipato figure di primo piano: Christine Cabau (CMA CGM Group), Paul Taylor (Société Générale e Poseidon Principles), Christophe Castaner (Grand Port Maritime de Marseille), Stefano Sommadossi (NatPower), con la moderazione di Nick Brown (Bureau Veritas).
Il Sea Index si basa su una metodologia indipendente certificata da Lloyd’s Register e riconosciuta da Capenergies. Integra un calcolatore delle emissioni sul ciclo di vita dell’imbarcazione, considerando anche il tipo di carburante utilizzato, e si prepara a includere ulteriori parametri ambientali come inquinamento atmosferico e acustico, oltre a nuove tecnologie come le celle a combustibile.
Ad oggi, lo strumento è già stato adottato da diversi armatori del Mediterraneo e da circa venti porti della Regione Sud della Francia. La sua diffusione è in crescita anche a livello internazionale, con una prima applicazione alle Seychelles, grazie alla collaborazione con le autorità locali.
Ma l’impegno del Yacht Club de Monaco per uno yachting responsabile non si ferma qui. Dal 1° al 5 luglio 2025, tornerà il Monaco Energy Boat Challenge, piattaforma di open innovation che mette in rete università, ingegneri e imprese per testare in mare le soluzioni energetiche del futuro.
In un momento in cui l’economia blu rappresenta già 2.500 miliardi di dollari annui e si stima possa superare i 3.000 entro il 2030 (dati OECD), Monaco sceglie di non restare alla deriva. Anzi, getta l’ancora sul futuro.
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