Il tycoon in un tweet: "Ha vinto perché le elezioni sono state truccate"
Per un attimo è sembrato che Donald Trump, dopo un braccio di ferro durato oltre una settimana, avesse riconosciuto la vittoria del rivale democratico Joe Biden è la frase completa, che ha fatto pensare a un prossimo riconoscimento. Ma a fugare ogni dubbio ci ha pensato lo stesso Trump, evidentemente non intenzionato a sotterrare l’ascia di guerra. “Joe Biden ha vinto solo agli occhi dei ‘fake news’ media. Non concedo NIENTE! Abbiamo una lunga strada da percorrere”, ha ‘cinguettato’ poco dopo, tornando ad accusare i dem di brogli, nonostante la Cybersecurity & Infrastructure Security Agency, agenzia federale che sovrintende alla sicurezza elettorale degli Stati Uniti, abbia certificato la scorsa settimana che le elezioni del 3 novembre sono state “le più sicure nella storia americana”.
“Nessun osservatore ha avuto accesso” allo scrutinio, ha attaccato il tycoon che se l’è presa anche con la società di tecnologia elettorale, Dominion Voting Systems, che ha definito vicina alla sinistra radicale, “con una cattiva reputazione e pessime attrezzature”. Nulla di nuovo all’orizzonte, quindi. Eppure ai più attenti non erano sfuggiti i toni relativamente morbidi usati dal repubblicano nel corso della conferenza stampa al Rose Garden della Casa Bianca, la prima dopo la sconfitta. I tweet di Donald Trump “non decidono il presidente, è il popolo americano a farlo”, ha risposto il nuovo capo di gabinetto di Joe Biden, Ron Klain. Intanto a chiedere l’avvio della transizione tra l’amministrazione uscente e quella entrante, ancora bloccata per le proteste del tycoon, è stato anche il massimo esperto di malattie infettive degli Usa – nonché esperto di transizioni, avendone vissute diverse – Anthony Fauci che ha sottolineato come questa sia fondamentale per migliorare la risposta contro il Covid-19 in un momento in cui gli Usa continuano a registrare nuovi record di contagi.
Intanto a Washington Dc e in altre città, i fan di Trump sono scesi in piazza sabato per mostrare sostegno al loro idolo. La manifestazione nella capitale, inizialmente pacifica, è sfociata nella violenza, con i fedelissimi del magnate che hanno raggiunto il corteo dei suoi oppositori. I video pubblicati sui social media hanno mostrato combattimenti, proiettili e mazze. La polizia ha riferito di aver arrestato 21 persone con una serie di accuse, tra cui aggressione e possesso di armi, e di aver recuperato otto armi da fuoco. Quattro agenti sono rimasti feriti, una persona è stata accoltellata. Cortei pro-Trump si sono tenuti anche in altre città: dalla Florida al Michigan, dall’Arizona all’Oregon. I risultati delle elezioni presidenziali, con entrambi i candidati che hanno ricevuto più di 70 milioni di voti ciascuno, mostrano che la nazione è “ancora divisa”, ha detto l’ex presidente Barack Obama, intervistato da Cbs in occasione dell’uscita del suo nuovo libro di memorie ‘The Promised Land’, il che “non è un buon segno per la democrazia”. Obama, di cui Joe Biden è stato vicepresidente, mentre cominciano a trapelare sui media le prime indiscrezioni sul futuro esecutivo, ha poi escluso un ruolo nel nuovo governo dem. Un incarico? “No”, ha risposto ai giornalisti, “mia moglie Michelle mi lascerebbe”.
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