La ‘constatazione’ è una consuetudine non regolamentata ma fondamentale per l’avvicendamento presidenziale
Il passaggio di consegne fra l’amministrazione uscente e quella entrante negli Stati Uniti dipende da una dichiarazione frutto della consuetudine e non disciplinata dalla legge.
COS’E’ E COSA SIGNIFICA ASCERTAINMENT
Il destino della transizione e del cammino verso la Presidenza di Joe Biden è legato ad una dichiarazione formale ma non normata, un oscuro passaggio della consuetudine americana dal nome quasi impronunciabile: ascertainment. Letteralmente significa “la constatazione” ed è il primo step fondamentale dell’avvicendamento al vertice degli Stati Uniti fra il Presidente uscente e quello eletto. La dichiarazione è un onere a carico del capo della GSA, l’Amministrazione dei Servizi Generali che formalizza ‘l’apparente vittoria’ del candidato uscito vincitore dalle elezioni". Il paradosso è che nessuna legge prescrive tempi e modalità di questo fondamentale passaggio istituzionale, né il Presidential Transition Act e nemmeno i regolamenti federali. Eppure l’ascertainment è di fatto l’ordine che impone al Governo federale di prepararsi al passaggio di consegne del potere americano.
PER QUALE MOTIVO LA “CONSTATAZIONE” NON E’ ANCORA AVVENUTA
La GSA non ha comunicato per quale motivo la ‘constatazione’ della vittoria di Joe Biden non sia ancora stata fatta. Un portavoce dell’Agenzia statale lunedì ha dichiarato come: “L’ascertainment non è ancora stato dichiarato. La GSA e il suo Amministratore non mancheranno di ottemperare ai propri obblighi e di rispettare ciò che prescrive la legge, nonché i precedenti in materia”. Negli ultimi giorni non sono mancate critiche e polemiche intorno all’attuale Amministratore della GSA, Emily Murphy, nominata da Donald Trump e conosciuta per essere una sua fedelissima. La consuetudine vuole che la “constatazione” sia un passaggio formale e per questo totalmente apolitico. Lo staff della Casa Bianca non ha voluto commentare su possibili o presunte pressioni operate sulla GSA.
QUAL E’ LA POSTA IN GIOCO
La dichiarazione apre di fatto la strada allo stanziamento di importanti fondi federali in favore del team di transizione di Biden, oltre a permettere l’avvio delle pratiche necessarie allo staff di Biden per affiancare le agenzie governative nell’organizzazione dell’Inauguration Day del 20 gennaio. Un ritardo prolungato nel riconoscimento del ticket Biden – Harris come vincitore delle elezioni presidenziali ostacolerebbe la nomina e l’assegnazione di migliaia di posti chiave dell’architrave governativa, comprese cariche strategiche per la sicurezza nazionale.
UNA SITUAZIONE SENZA PRECEDENTI?
Nel 2000 la “constatazione” da parte della GSA fu ritardata fino al 13 dicembre, data in cui fu completato il riconteggio delle schede della Florida. In quella occasione l’allora capo della GSA si basò sulla dichiarazione di uno dei legislatori firmatari del Presidential Transition Act del 1963: “Nel caso di evidente controversia sul risultato, l’Amministratore della GSA non è tenuta a esprimersi sulla constatazione di vittoria”. La diatriba intorno al riconteggio del 2000 però verteva su qualche centinaio di voti determinanti nell’assegnazione dei 270 elettori necessari all’elezione del nuovo Presidente (George W. Bush vs Al Gore). Il risultato delle elezioni dello scorso 3 novembre invece assegnerebbero a Joe Biden un’ampio margine di vittoria sul Presidente uscente Donald Trump.
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