Il presidente Usa uscente continua a non riconoscere la sconfitta alle elezioni
Donald Trump non molla ma sembra anche guardare avanti. Il presidente uscente degli Stati Uniti, secondo il sito Axios, starebbe pensando a una ricandidatura alla Casa Bianca per il 2024 e ne avrebbe già parlato con alcuni stretti consiglieri. Se così fosse, si tratterebbe di un primo segno verso l'ammissione della sconfitta ma per il momento, il magnate non sembra averne alcuna intenzione.
Come se il suo 'status' non fosse cambiato, Trump ha licenziato il capo del Pentagono, Mark Esper, sostituendolo con il responsabile dell'antiterrorismo Christopher Miller. Il tutto con un tweet.
Sordo ai consigli di buon senso di riconoscere la vittoria di Joe Biden alle Presidenziali, che gli sarebbero arrivati perfino dalla moglie Melania Trump e dal genero Jared Kushner, il tycoon tira dritto per la sua strada. Forse una tattica, quella di ingaggiare un'estenuante battaglia legale, per non apparire un 'perdente' agli occhi del suo elettorato. Un'impuntatura che potrebbe però costare cara, non solo alle sue finanze, ma anche al Paese, nel pieno della seconda ondata di Covid-19 e con un grande bisogno di una transizione pacifica del potere che garantisca la collaborazione tra l'amministrazione uscente e quella entrante. Ma il tycoon non ci sta ad essere il primo presidente a non essere riconfermato alla Casa Bianca dopo George H. W. Bush nel 1992. E così ha passato la giornata a condividere sul suo account Twitter una raffica di video di FoxNews in cui vari esponenti repubblicani, commentatori e giornalisti, sostengono, chi più velatamente, chi più fermamente, le sue tesi: Joe Biden non ha vinto le elezioni, i democratici sono colpevoli di frode elettorale, e i repubblicani non se la sono cavata poi così male alle elezioni, anzi.
La campagna elettorale del tycoon avrebbe preparato un blitz per diffondere la versione dei fatti di Trump in modo tale da instillare il dubbio della regolarità delle votazioni. Non serve avere prove, basta aumentare la pressione sui segretari di Stato per far in modo che loro stessi si sentano obbligati a chiedere un nuovo conteggio dei voti, è la strategia della campagna. Probabilmente questo non ribalterà i risultati ma di certo allungherà i tempi. Trump d'altronde, ha già annunciato una dura battaglia legale negli Stati come la Pennsylvania, la Georgia, il Michigan e il Nevada in cui i voti per posta hanno decretato la vittoria del democratico. Non solo, avrebbe anche in programma delle manifestazioni in questi stessi Stati per mobilitare i propri sostenitori.
La corte di Trump si è divisa tra chi è pronta a seguirlo fino in fondo nel bagno di sangue legale e chi invece ne sta già prendendo le distanze. Tra questi ci sarebbe anche la first lady Melania Trump che non solo avrebbe consigliato al marito di desistere, ma, secondo quanto riferito dalla ex assistente del tycoon Omarosa Manigault Newman, starebbe addirittura contando le ore per chiedere il divorzio. Chi invece ha suggerito al magnate di non mollare la presa sono i figli Donald jr e Eric, che hanno puntato il dito contro i repubblicani che non hanno supportato il padre. Alla lista dei fedelissimi si aggiungono anche il senatore repubblicano del Texas Ted Cruz, e il senatore Lindsey Graham, che è arrivato perfino a suggerire una ricandidatura di The Donald nel 2024. Un sostegno indiretto al tycoon è arrivato anche dagli omologhi di Russia, Turchia e Brasile. Vladimir Putin, Jair Bolsonaro e Recep Tayyip Erdogan non si sono ancora congratulati con Joe Biden per la vittoria. Il mantra è: aspettiamo che il risultato sia definitivo. A loro si è aggiunto anche Xi Jinping. "Il risultato delle elezioni presidenziali sarà determinato in conformità con le leggi e le procedure statunitensi", ha fatto sapere il ministero degli Esteri cinese.
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