Pesanti polemiche dopo il fermo in Canada di Meng Whanzhou. Ma la Commmissione Europea solleva la questione delle "backdoor" dei "device" cinesi da cui possono essere visti e rubati i dati dei navigatori 

E' polemica internazionale dopo l'arresto a Vancouver di Meng  Whanzhou, chief financial officer di Huawei e figlia del fondatore dell'azienda. I media cinesi sparano a zero contro il governo americano: "Il governo cinese dovrebbe riflettere seriamente sulla tendenza degli Stati Uniti ad abusare delle procedure legali per sopprimere le imprese high-tech della Cina" scrive il tabloid nazionalista Global Times in un editoriale, affermando che "Washington sta facendo ricorso a un deprecabile approccio da canaglia dal momento che non può fermare l'avanzata di Huawei nel mercato 5G". Il China Daily sottolinea come contenere l'espansione di Huawei sia "dannoso per i legami tra Cina e Stati Uniti". L'indignazione corre anche sulle piattaforme social cinesi. Secondo un utente di Weibo, "una delle ragioni principali per cui gli Stati Uniti hanno iniziato la guerra commerciale è stata quella di attaccare il settore tecnologico della Cina e il suo piano 'Made in China 2025". Mentre un altro user parla di "un gioco politico" in merito all'arresto della dirigente.

Canada – Anche il Canada, ovviamente, si sente coinvolto in questa vicenda, non foss'altro perché l'arresto di Meng (sulla quale c'è una richiesta di estradizione degli Stati Uniti) è avvenuto sul suo territorio. Mentre la Cina chiede il rilascio di Meng Wanzhou, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha assicurato che gli agenti che l'hanno arrestata durante un cambio di aereo a Vancouver hanno agito in autonomia. Parlando a una conferenza sulla tecnologia, il premier ha rimarcato che il Canada è un paese con "un sistema giudiziario indipendente" e che la decisione relativa all'arresto è stata prese "senza alcun coinvolgimento politico o alcuna interferenza". A negare che possano esserci legami tra le tensioni commerciali che vedono opposte Washington e Pechino è intanto anche il consulente commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro. "E' piuttosto semplice", ha dichiarato alla Cnn, "le due questioni sono totalmente separate: i negoziati commerciali e questo arresto".

Russia – Arresto "inaccettabile" dice il ministro degli Esteri russo Sergey Lavronov (a Milano per il vertice Osce) che parla di un "atteggiamento di grande arroganza" da parte degli Stati Uniti.  "Ritengo che sia ancora un fenomeno della linea di applicazione extraterritoriale delle proprie leggi nazionali, una cosa inaccettabile. Questa persona è stata arrestata in Canada su richiesta statunitense. È un atteggiamento di grande arroganza, una politica di superpotenza che nessuno accetta e che viene criticata anche dagli alleati degli Stati Uniti. quindi bisogna porvi fine".

Ue – "In realtà non sappiamo molto di questo caso concreto, ma in quanto persone comuni dovremmo essere preoccupati". Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione europea, Andrus Ansip, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sul caso Huawei. "Non sappiamo esattamente qual è stata la ragione dell'arresto in Canada", ha premesso il politico estone, esprimendo però una viva preoccupazione per il fatto che aziende cinesi siano chiamate a collaborare con l'intelligence, inserendo "backdoor obbligatorie" nei loro prodotti, cioè sistemi che consentano l'accesso ai dati – e quindi "ai nostri segreti" – da parte delle autorità. "Non è un buon segno quando le aziende devono aprire i loro sistemi a qualche tipo di servizio segreto", ha sottolineato Ansip.

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