Per l’ambasciatrice di Palestina in Italia, Mona Abuamara, “questo genocidio avrebbe dovuto essere fermato molto tempo fa”. La diplomatica, parlando a LaPresse dell‘accordo di Israele-Hamas ha spiegato: “Speriamo che questa volta, diversamente da tutti gli accordi presi in passato, Israele mantenga la parola e non si limiti a riproporre la situazione insostenibile precedente al 7 ottobre che ci ha portati alla catastrofe, ma interrompa definitivamente l’assedio e le aggressioni ritirandosi per davvero”. Mona Abuamara chiede poi che questa intesa possa dare uno slancio al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia, come già fatto da altri Paesi: “Speriamo che questo sia un passo verso la fine dell’occupazione in tutto il territorio palestinese occupato e che l’Italia a questo punto, viste riconosciute tutte le condizioni poste, si unisca alla maggior parte dei Paesi del mondo e riconosca finalmente lo Stato di Palestina”.
La comunità palestinese a Roma: “Il piano di Trump non porterà alla pace sperata”
“Sono convinto che questo ennesimo piano proposto dagli Usa non porterà alla pace sperata. Abbiamo accettato perché si giunge a un cessate il fuoco, quindi le morti finiscono e non ci saranno più deportazioni. Ma hanno coinvolto tutti tranne i diretti interessati”. Lo ha affermato a LaPresse Yousef Salman, presidente della Comunità palestinese di Roma e del Lazio. “Hamas non può trattare a nome del popolo palestinese, che ha come suo rappresentante l’Autorità nazionale palestinese”, ha aggiunto. “Donald Trump è un presidente che nel suo primo mandato ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele e nel suo secondo ha vietato l’ingresso alla delegazione dell’Autorità nazionale palestinese che doveva recarsi a New York per l’Assemblea della Nazioni Unite. Come ci si può fidare di uno che si comporta così?”, ha concluso Yousef Salman.