La Global Sumud Flotilla si avvicina alla costa di Gaza. La tensione rimane alta con le forze israeliane che si avvicinano alle imbarcazioni della missione umanitaria. “Entriamo nella zona ad alto rischio“, fanno sapere gli attivisti che hanno già applicato i protocolli di sicurezza in caso di intercettazione. Nella notte alcune imbarcazioni non identificate si sono avvicinate, alcune delle quali con le luci spente, mettendo in atto “manovre sconsiderate e intimidatorie“. Hanno circondato la nave “madre” Alma. “Non hanno abbordato ma c’è grande tensione“, ha spiegato a Rainews l’attivista Maso Notarianni che si trova a bordo di una delle navi della flotta.
Le barche della Global Sumud Flotilla, già da diverse ore, non sono più scortate dalla nave Alpino della Marina militare italiana. Quest’ultima aveva avvisato che non avrebbe oltrepassato il limite delle 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza. Tuttavia si è confermata disponibile a recuperare eventuale membri degli equipaggi che volessero essere trasferiti a bordo.
“Gli aiuti farebbero la fine di tutti quelli arrivati in questi due anni: marcirebbero dentro qualche deposito, verrebbero centellinati col contagocce o finirebbero sott’acqua insieme alle barche, qualora venissero affondate. Noi abbiamo ascoltato l’appello di Mattarella e lo abbiamo rilanciato, anche perché Mattarella ha riconosciuto il valore politico e morale di questa missione, spingendo giustamente perché si aprissero canali umanitari permanenti. Non ci ha chiesto di scendere dalle barche, ma di perseguire la mediazione, cosa che noi parlamentari abbiamo fatto”. Lo ha detto il deputato dem Arturo Scotto, a bordo della Flotilla, intervistato su RTL 102.5.
“Quando si dice ‘vi mettete in pericolo’, io rovescio la questione: è Israele che mette ci in pericolo, perché noi stiamo facendo qualcosa in piena legalità internazionale – ha aggiunto -. Ciò che mi aspetto dai governi è un segnale molto più forte nei confronti di un governo internazionale che blocca navi in acque internazionali. Dopo la giornata di oggi, qualora dovessimo essere intercettati, si passerà da un diritto del mare formale a un diritto del mare informale, cioè che un solo paese può fare ciò che vuole. Noi facciamo qui la nostra scelta democratica: siamo saliti a bordo nel pieno rispetto del nostro mandato. Se abbiamo davanti una fregata militare, non è che con una barca a vela riusciamo a sfondare il blocco. Ti fermi e aspetti”.
L’esponente del Pd è quindi tornato sulla posizione assunta alla premier Giorgia Meloni: “Trovo sconcertante che la presidente del Consiglio, con tutto quello che dovrebbe fare su lavoro, salari, sanità e questioni che interessano i cittadini, da due settimane abbia preso di mira 40 barchette in mezzo al mare che cercano di portare aiuti umanitari. È un segnale di enorme debolezza politica, oltre che di enorme strumentalità, perché se questa missione umanitaria dovesse riuscire, cosa che purtroppo non accadrà anche a causa della presidente del Consiglio, che non ha favorito né pressato affinché si aprisse quel corridoio, allevierebbe un po’ la sofferenza di un popolo senza patria e senza potere. Non determinerebbe nessun intralcio né rottura a una trattativa delicatissima. I responsabili sono quelli che non hanno sostenuto una missione umanitaria pacifica, non noi che stiamo nel solco del diritto internazionale”.
“Sono stato due volte in un anno al valico di Rafah, il principale canale umanitario degli ultimi 20 anni per Gaza: si vedono centinaia e centinaia di camion fermi, due hub della Mezzaluna Rossa egiziana dove ci sono cibi e medicinali a marcire. Chi dice, come Meloni, che ci sono canali più sicuri non sa di cosa parla”, ha concluso Scotto.
“Esprimiamo il massimo sostegno alla Global Sumud Flotilla, missione umanitaria e pacifica che naviga in acque internazionali con l’obiettivo di aprire un nuovo corridoio sicuro per portare aiuti alla popolazione di Gaza. E che agisca con i mezzi della non violenza, come ha ribadito la nostra collega Benedetta Scuderi ora a bordo della flotta”. Così la delegazione italiana dei Verdi al Parlamento europeo con Cristina Guarda, Ignazio Marino e Leoluca Orlando.
“Le minacce messe in campo da Israele sono gravissime, non possiamo accettare la violenza dell’esercito del criminale Netanyahu contro le attiviste e gli attivisti a bordo”, aggiungono.
“L’Europa fallirebbe e tradirebbero la loro funzione storica di progetto di pace globale se non garantisse protezione alle oltre 500 persone che oggi rischiano la vita per difendere il diritto internazionale. Respingiamo con forza la tesi della presidente Meloni, secondo cui sarebbe la Flotilla a far saltare il cosiddetto piano Trump per Gaza: un piano appena presentato, dall’esito assolutamente incerto. Ribadiamo che il futuro della Palestina non può essere deciso senza i palestinesi”.
“Non è la Flotilla a violare le norme internazionali, ma il governo Netanyahu, responsabile di un genocidio che la comunità internazionale non può più ignorare”.
“Tutti i cittadini che manifestano, tutti i lavoratori che scioperano perdendo una giornata di stipendio, chi si mobilita per azioni di solidarietà dal basso lo fa perché i governi si sono girati dall’altra parte. La mobilitazione dal basso e l’immagine fortissima della Flotilla stanno finalmente facendo muovere le cose. Le uniche sanzioni in campo contro il governo genocida di Israele sono quelle dal basso: i cittadini che bloccano i carichi di armi o che boicottano i prodotti israeliani”. Lo dichiara Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verde e Sinistra ad Agorà su Rai3.
“Il governo israeliano – prosegue la deputata rossoverde – ha bloccato gli aiuti inviati attraverso i canali ufficiali da Genova perché contenevano miele e biscotti, troppo proteici per una popolazione da affamare”. “Perché il governo italiano non ha fatto fuoco e fiamme di fronte a questa vergogna? Per questo servono le mobilitazioni: perché i governi – conclude Piccolotti – sono complici”.
“Ieri sono rimasta in studio collegata con alcuni attivisti dalla Flotilla fino a tarda notte e ho visto con i miei occhi la vergogna di giornalisti e politici di destra che interrogano e attaccano chi rischia la propria incolumità per fermare un massacro: domande e accuse sbagliate rivolte alle persone sbagliate. Meloni e i suoi arrivano addirittura ad accusarli di voler sabotare la pace, quando dall’altra parte c’è chi commette un genocidio. Noi, invece, stiamo con la Flotilla e con Marco Croatti che ci rappresenta in questa missione. Arrivano le ore più delicate: non lasciamoli soli”. Lo ha scritto la vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, in un post sui suoi canali social.
Il governo spagnolo ha espressamente raccomandato alla Global Sumud Flotilla di non entrare nella zona di esclusione istituita dall’esercito israeliano in quanto farlo “metterebbe seriamente a rischio la sua sicurezza”. Lo riportano i media di Madrid. Un consiglio che non è stato accettato dagli attivisti. La Spagna ha inviato la nave militare Furor con la priorità di garantire la sicurezza degli attivisti ma allo stesso tempo l’esecutivo ha sottolineato che “in nessun caso” invierà imbarcazioni nella zona di esclusione istituita dall’esercito israeliano.
Nella notte alcune imbarcazioni hanno circondato la nave ‘madre’ della Global Sumud Flotilla ‘Alma’. Lo ha spiegato a Rainews l’attivista Maso Notarianni che si trova a bordo di una delle navi della flotta. “Non hanno abbordato ma c’è grande tensione”, ha aggiunto.
In un aggiornamento la Flotilla ha fatto sapere che durante l’accaduto le comunicazioni a bordo, “comprese le trasmissioni a circuito chiuso, sono state disattivate a distanza e la nave militare si è avvicinata pericolosamente, costringendo il capitano a compiere una brusca manovra evasiva per evitare una collisione frontale”. Poco dopo, la stessa nave militare ha preso di mira la Sirius, “ripetendo manovre di molestia simili per un lungo periodo di tempo, prima di allontanarsi definitivamente”. “Queste manovre sconsiderate e intimidatorie hanno messo i partecipanti in grave pericolo”, conclude la Flotilla.
L’obiettivo è “aprire un canale umanitario stabile”. Lo dice in un’intervista ad Avvenire l’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Benedetta Scuderi, dalla Global Sumud Flotilla. “Agiremo – aggiunge la parlamentare europea – con i mezzi della non violenza, convinti di avere dalla nostra il diritto internazionale, essendo la nostra una missione umanitaria”. L’arresto “è una delle cose considerate già all’atto di imbarcarci, anche se non so prevedere che cosa potrà accadere di qui a poco”.
“Siamo qui per sopperire all’inerzia delle istituzioni europee – prosegue Scuderi. Ho molto apprezzato le parole del presidente Mattarella, di considerazione del valore della missione. E se attraverso la Chiesa sarà possibile ripristinare un canale umanitario stabile noi saremo felici. Vorrà dire che il nostro scopo sarà stato raggiunto”. Per quanto riguarda il Piano Trump, “il tempo è pochissimo per poter sperare in novità dall’esito di quel negoziato appena avviato”, sottolinea l’eurodeputata.