“L’inaccettabile barbarie in Europa. Ieri Maja è stata trascinata in catene al Tribunale di Budapest per l’ennesima udienza di questo processo-farsa contro i “nemici politici” di Orbán. Pochi giorni fa ha denunciato perquisizioni umilianti in carcere”. Lo scrive su Instagram l’eurodeputata di Avs Ilaria Salis, postando il video della donna, la detenuta tedesca Maja T., portata in aula in catene. “La deputata tedesca Isabelle Vandre – racconta Salis, che lei stessa fu portata da detenuta in tribunale a Budapest con manette e catene – ha potuto incontrarla per pochi minuti e ha constatato di persona il suo grave stato di salute. Dopo il ricovero in ospedale, il ritorno alle ordinarie condizioni di detenzione – 23 ore al giorno di isolamento totale, una vera e propria tortura bianca – la sta nuovamente consumando. Fuori dal tribunale, come sempre, si raduna un drappello di neonazisti per intimidire chi partecipa al processo, mentre le autorità ungheresi restano indifferenti. Il dolore e i soprusi inflitti a Maja spezzano il cuore: sono un attacco contro tutti noi e contro i diritti di tutte”.
“Sotto il regime autoritario di Orbán – aggiunge Salis – non può esistere un giusto processo, la detenzione preventiva prolungata si trasforma in tortura, la vendetta prende il posto della giustizia. Maja, come chiede la campagna in suo sostegno e il comitato @free.maja, deve essere riportata a casa e processata in Germania, in un Paese dove le garanzie democratiche siano rispettate. Non è soltanto una questione umana e politica, ma anche di civiltà giuridica”.