Ilaria Salis, commissione del Parlamento Europeo vota contro la revoca dell’immunità

Ilaria Salis, commissione del Parlamento Europeo vota contro la revoca dell’immunità
(Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Il no è passato con un solo voto di scarto. L’eurodeputata: “Segnale importante e positivo”. Budapest: “Difesa l’ideologia, non la giustizia”. Vannacci: “Vergogna”

La commissione Affari Giuridici (Juri) del Parlamento Europeo ha votato contro la revoca dell’immunità nei confronti di Ilaria Salis, l’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra accusata dalla giustizia ungherese di lesioni aggravate per l’aggressione nei confronti di due neonazisti a Budapest nel 2023. La raccomandazione della Commissione sarà ora trasmessa a tutto il Parlamento Europeo, che dovrà esprimersi sul suo caso in seduta plenaria il prossimo 7 ottobre. Si tratta però di una prima vittoria per Salis.

La Commissione Juri, che ha esaminato e votato a porte chiuse la relazione di Adrian Vazquez Lazara, eurodeputato spagnolo del Ppe, è formata da 25 membri titolari e rispecchia in proporzione la composizione del Parlamento. Il testo è stato votato a maggioranza semplice. Anche la plenaria a ottobre si esprimerà a maggioranza semplice. A pesare per il no alla revoca, che è passato con un solo voto di scarto, è stato il voto del Ppe, che non aveva espresso la sua posizione prima del voto.

Budapest: “Europarlamento legittima terrorismo di sinistra

È incomprensibile e scandaloso che l’Europarlamento legittimi il terrorismo di estrema sinistra. L’antifascista Ilaria Salis e i suoi compagni si sono recati in Ungheria con l’obiettivo premeditato di picchiare a caso la gente per strada, puramente per convinzione politica. Questa non è una questione politica, ma di terrorismo”. Lo ha scritto su X il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs. “Eppure i compagni di Bruxelles stanno facendo di tutto per farla sfuggire alle sue responsabilità. Difendendo la sua immunità, non solo stanno giustificando una criminale, ma di fatto stanno dando rifugio a un terrorista antifascista”, ha spiegato. “Non dimenticheremo e non ci arrenderemo. Ilaria Salis è una criminale pericolosa che merita di essere in prigione”, ha aggiunto. 

Salis: “Segnale importante e positivo”

“Oggi la Commissione Juri ha deciso di difendere la mia immunità e l’indipendenza del Parlamento, e di respingere la richiesta di revoca avanzata dal regime ungherese. È un segnale importante e positivo“, ha scritto Salis sui social dopo la decisione. “Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche”, ha aggiunto, “ribadisco: difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza”.

I legali di Salis: “Primo passo importante”

“Non si poteva non tener conto di alcuni dati oggettivi e di alcune problematiche che ci sono in Ungheria per quanto riguarda la violazione dello stato di diritto. Non può essere garantito in un caso così politico dove ci sono pressioni da parte del governo un processo equo in Ungheria, questo vale per la Salis e per gli stessi ungheresi. Sono questioni fondamentali ed è giusto che la Commissione le abbia riconosciute. Questo è un primo passo, il voto vero e proprio sarà espresso dall’assemblea plenaria il 7 ottobre”, ha commentato l’avvocato di Ilaria Salis, Eugenio Losco. “La Commissione non ha ritenuto ci fossero le condizioni per un processo giusto in Ungheria. È stata interpretata correttamente la normativa in tema di immunità parlamentare”, ha commentato l’altro avvocato dell’Eurodeputata, Mauro Straini. A chi chiedeva se Salis volesse essere processata in Italia i difensori hanno detto: “Lei ha chiesto un processo equo e per alcune questioni non poteva svolgersi in Ungheria. La Germania sta giudicando in Germania i cittadini tedeschi imputati nei fatti di Budapest mi chiedo cosa impedisca all’Italia di portare in Italia un processo a una cittadina italiana”.

Budapest: “Parlamento Europeo difende l’ideologia, non la giustizia”

“Oggi è diventato chiaro: il Parlamento europeo ha scelto di proteggere il suo protetto piuttosto che stare dalla parte della gente. Proteggendo Ilaria Salis dalla responsabilità, il PE ha dimostrato che la sua bussola è la lealtà politica, non la giustizia“, ha scritto in un post su X Balazs Orban, direttore politico dell’ufficio del primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orban. “Mantenendo questa protezione politica, il Parlamento Europeo ha fatto la sua scelta: non difendere la giustizia, ma proteggere i propri alleati ideologici. Non si tratta di un solo imputato, ma dell’onore e della credibilità dello stesso Parlamento europeo”, ha aggiunto, “il voto di oggi invia un messaggio desolante: a Bruxelles, l’ideologia prevale sui diritti delle vittime e sulla sicurezza dei cittadini. Si tratta di cinismo nei confronti degli innocenti e della prova che il Parlamento europeo non è più dalla parte del popolo, ma dei suoi protetti di Bruxelles”.

Benifei (Pd): “Il Parlamento Europeo ha difeso lo Stato di diritto”

Soddisfazione per l’esito del voto da parte della sinistra. “Ilaria Salis è libera: non verrà riportata in carcere in Ungheria, non subirà l’ingiustizia del governo di Orban. Il Parlamento Europeo difendendo oggi la sua immunità ha difeso lo Stato di Diritto in Europa, per tutte e tutti i cittadini”, ha dichiarato l’eurodeputato Brando Benifei del Pd.

Zingaretti (Pd): “Positiva la scelta di confermare l’immunità di Salis”

“L’Italia, l’Europa e tutte le democrazie hanno il dovere di difendere i propri cittadini da ogni pericolo. Anche dagli abusi di potere e da quei Paesi che non garantiscono lo Stato di diritto, usando le leggi per reprimere la libertà di opinione. E purtroppo i casi di questo tipo aumentano sempre più. In Ungheria, ad esempio, la questione non riguarda il diritto di chi governa ad attuare il proprio programma, ma il tentativo di restringere sempre più gli spazi di espressione e di libertà. Ed è proprio per questo che è positiva la scelta del Parlamento europeo, nella Commissione affari giuridici, di confermare l’immunità a Ilaria Salis. Difendendola il Parlamento difende tutte le cittadine e i cittadini europei. Un abbraccio a Ilaria”, ha detto Nicola Zingaretti, capo delegazione Pd al Parlamento Europeo.

The Left: “Parlamento Europeo ha rifiutato di cedere alle minacce di Orban”

“Oggi, la commissione Juri del Parlamento europeo ha rifiutato di cedere alle minacce del leader autoritario Viktor Orbán decidendo di non revocare l’immunità parlamentare della deputata europea di sinistra Ilaria Salis”, ha scritto in una nota il gruppo europeo The Left dopo il voto. “Si tratta di un passo fondamentale nella difesa dello Stato di diritto e nella protezione delle nostre democrazie”, aggiunge, “respingendo i tentativi di ricatto di Orbán, la commissione JURI del Parlamento europeo ha preservato l’onore delle istituzioni europee“. Il copresidente di The Left Martin Schirdewan (Die Linke, Germania) ha dichiarato: “I nostri colleghi della commissione giuridica hanno preso oggi una decisione in linea con i valori fondamentali dell’Unione europea. La democrazia e lo Stato di diritto sono pilastri centrali della nostra coesione europea. È importante che questi principi siano rispettati in tutti gli Stati membri, e anche Orbán deve capirlo”.

Salvini: “Chi sbaglia non paga”

Disappunto, invece, viene espresso dal leader della Lega, Matteo Salvini: “Al Parlamento europeo, nel primo voto viene respinta la richiesta di revoca dell’immunità a Ilaria Salis. Chi sbaglia, non paga“, ha dichiarato il segretario del Carroccio. “A ottobre il voto decisivo in Aula a Strasburgo“, aggiunge Salvini. E in una card a corredo del post con una foto dell’europarlamentare di Avs si legge ancora: “Vergogna! Poltrona salva, dignità persa“.

Vannacci: “Vergogna, sinistra sempre dalla parte dei delinquenti”

“Quando ho scritto ‘Il mondo al contrario‘ non c’era ancora questo caso, altrimenti lo avrei inserito e avrebbe costituito il caposaldo del libro. Il caso di una pluricondannata in Italia che è anche indagata per essere andata deliberatamente in Ungheria a spaccare la testa ad uno che non la pensava come lei e che, per sfuggire al processo, viene eletta al Parlamento europeo da una sinistra che si schiera sempre dalla parte dei delinquenti, e riceve pure la conferma dell’immunità parlamentare per un presunto reato commesso prima di essere parlamentare e che non riguarda l’attività parlamentare che l’immunità è deputata a proteggere”. Così a LaPresse l’europarlamentare e vicesegretario della Lega, Roberto Vannacci. “Oggi in commissione Juri hanno preteso di votare con voto segreto, perché non hanno neanche la decenza e il coraggio di metterci la faccia quelli che hanno consentito questo scempio e questa negazione della giustizia. Vergogna“, conclude.

Salis prima del voto: “Voglio essere processata in Italia”

Prima del voto, Ilaria Salis aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, affermando di non essersi mai voluta sottrarre al processo ma dichiarando di voler essere sottoposta a giudizio in Italia. “La mia intenzione non è mai stata quella di sottrarmi a un processo. Rivendico, come chiunque altro, il diritto a un processo equo e giusto, con tutte le garanzie democratiche del caso. In Ungheria questo non è evidentemente possibile. Per questo la difesa della mia immunità è oggi fondamentale. Negli ultimi giorni il portavoce del governo ungherese è arrivato a inviarmi le coordinate del carcere dove progettano di rinchiudermi, mentre Orban in persona mi ha descritto come una terrorista. Revocare l’immunità significherebbe consegnarmi a una persecuzione già in atto. La mia condanna è stata di fatto sancita in anticipo dal potere politico, in un Paese dove la magistratura non è indipendente e dove verrei sottoposta, come ritorsione, a condizioni detentive disumane“, aveva detto. “Fin dal giorno zero di quei lunghi, terribili quindici mesi di carcerazione preventiva ho chiesto che il processo si tenesse in Italia. In un Paese civile, dove vige lo stato di diritto, dove accuse e prove possono essere valutate in modo equo e trasparente, con tutte le garanzie democratiche. La legge italiana prevede, in determinate circostanze, la possibilità di aprire un procedimento anche per accuse relative a fatti avvenuti all’estero. Le autorità italiane avrebbero potuto farlo da tempo; forse non hanno voluto. Ma ora è il momento di agire. Per questo chiedo: processatemi in Italia. Fatelo ora“, ha proseguito. “Pur avendo l’immunità europea, io potrei comunque essere processata in Italia, dove godo della stessa immunità dei parlamentari italiani, che non impedisce affatto l’avvio di un procedimento penale. Lo prevede l’articolo 9 del protocollo 7 sull’immunità dei parlamentari europei. Io non potrei, ad esempio, essere arrestata senza l’autorizzazione del Parlamento cui appartengo; ma posso essere processata. Dalla casistica, dai precedenti, ai miei avvocati risulta che a volte l’iniziativa sia stata presa dalla procura, ma altre volte l’iniziativa sia stata presa dal ministro della Giustizia. Sono convinta che il governo sia in grado di far sì che il processo avvenga in Italia, secondo le garanzie del diritto, in modo che possa portare a una sentenza giusta. È quello che chiedo – aveva concluso Salis – con forza”.

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