È salito a 62 morti nella Striscia di Gaza il bilancio degli attacchi israeliani dall’alba di oggi. Lo riporta Al-Jazeera citando fonti ospedaliere, precisando che 41 dei morti sono stati registrati a Gaza City e nel nord della Striscia.
È salito a 58 morti nella Striscia di Gaza il bilancio degli attacchi israeliani dall’alba di oggi. Lo riporta Al-Jazeera citando fonti ospedaliere, precisando che 37 dei morti sono stati registrati a Gaza City e nel nord della Striscia. Al-Jazeera sottolinea inoltre che 16 delle vittime erano persone in attesa di aiuti umanitari.
Alcuni dei 20 ostaggi che si presume siano vivi a Gaza potrebbero essere “recentemente deceduti”. Lo ha dichiarato il presidente Usa, Donald Trump, parlando con i giornalisti venerdì nello Studio Ovale. Lo riporta la Cnn. “Sono 20 persone, ma credo che tra queste 20 alcune potrebbero essere morte di recente, secondo quanto ho sentito. Spero che non sia vero”, ha detto il tycoon. “Sappiamo che almeno 30 persone sono morte e stiamo negoziando per farle uscire”, ha aggiunto. Il governo israeliano afferma che 47 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 sono ancora a Gaza, compresi 27 che si ritiene siano morti.
In media almeno un bambino palestinese è stato ucciso ogni ora dalle forze israeliane a Gaza in quasi 23 mesi di guerra, per un totale che supera ormai i 20mila. È il drammatico bilancio diffuso oggi da Save the Children. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’ufficio stampa del governo di Gaza, almeno 20mila bambini – circa il 2% della popolazione infantile di Gaza – sono stati uccisi dall’ottobre 2023. Almeno 1009 dei bambini uccisi avevano meno di un anno, e quasi la metà (450) di questi neonati è nata durate la guerra e a causa di essa è stata uccisa. Almeno 42.011 bambini sono rimasti feriti, secondo il ministero della Salute, mentre il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità segnala almeno 21mila bambini rimasti invalidi a vita. Migliaia di altri sono dispersi o presumibilmente sepolti sotto le macerie. Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato e permanente e un accesso immediato e senza restrizioni per fornire aiuti salvavita ai bambini e alle famiglie in tutta Gaza. “I bambini hanno diritto a beneficiare di protezioni aggiuntive e rafforzate dal diritto internazionale umanitario a causa dell’impatto sproporzionato e dei danni accelerati che il conflitto ha su di loro, sia direttamente che indirettamente, fisicamente e mentalmente. Il rispetto di queste regole è un atto di umanità e non è facoltativo”, afferma l’organizzazione, aggiungendo che “tutti gli Stati devono interrompere immediatamente il trasferimento di armi, componenti e munizioni utilizzate contro bambini e civili”.
“Dopo 23 mesi di guerra, la vita dei bambini sopravvissuti è a rischio ogni giorno. La carestia nel governatorato di Gaza rischia di estendersi nelle prossime settimane, con oltre un milione di persone, circa la metà delle quali bambini, che già sono costrette ad affrontare una situazione di fame a livelli catastrofici, il peggiore stadio, la Fase IPC 5″, afferma Save the Children, aggiungendo che “almeno 132.000 bambini di età inferiore ai 5 anni rischiano di morire di malnutrizione acuta e almeno 135 bambini sono già morti di fame, 20 dei quali da quando è stata dichiarata la carestia il 22 agosto, secondo il ministero della Salute”. Le forze israeliane hanno intensificato i bombardamenti nella Striscia di Gaza, danneggiando il 97% delle scuole, il 94% degli ospedali e uccidendo bambini, che hanno una probabilità di morire sette volte maggiore per ferite da esplosione rispetto agli adulti. I loro corpi, più piccoli e fragili, sono più vulnerabili ai traumi e richiedono cure mediche specialistiche adeguate alla loro età.
“I genitori sono sopraffatti da un dolore profondo, impossibile da elaborare. Sopravvivono alla malnutrizione, agli sfollamenti forzati e ai bombardamenti continui, mentre piangono i loro bambini massacrati. Alcuni hanno visto i propri figli fatti a pezzi dalle esplosioni e parlano di un dolore disumano, dell’impossibilità di dare un ultimo abbraccio, di essere stati privati di un addio. Ricordano gli abbracci mancati, le risate, i pianti, persino i piccoli dispetti. Per loro, ogni respiro è un dolore rinnovato“, hanno raccontato alcuni operatori di Save the Children a Gaza, che supportano quotidianamente i genitori nella Striscia, in particolare quelli i cui figli sono stati uccisi in questa guerra.
“Si tratta di una statistica vergognosa, abbiamo toccato nuovamente il punto più basso in una guerra caratterizzata da un flusso costante di vittime. E, cosa ancora peggiore, lo avevamo previsto. Attacchi sistematici a case, parchi giochi, scuole e ospedali, carestia: il mondo non sta facendo nulla per fermarli. Questa è una guerra crudele, scellerata e deliberata contro i bambini di Gaza e il loro futuro, una generazione rubata. Se la comunità internazionale non interviene, ci troveremo di fronte al rischio concreto dell’annientamento totale delle future comunità palestinesi“, ha dichiarato Ahmad Alhendawi, direttore Regionale di Save the Children per il Medioriente, il Nord Africa e l’Europa Orientale. “In questo conflitto sono stati commessi crimini atroci, inclusi crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) sta ora valutando se si tratti di un genocidio. Il rischio plausibile di un genocidio è sufficiente per innescare un’azione urgente. Tutti gli Stati hanno l’obbligo legale di prevenire il crimine di genocidio. Tutti gli Stati devono agire con decisione prima che sia troppo tardi“, ha aggiunto.
Sale il bilancio delle vittime a Gaza. Almeno 35 persone sono state uccise dall’alba, tra cui sei richiedenti aiuti umanitari, secondo quanto riferito da fonti mediche ad Al Jazeera. Il bilancio delle vittime include 25 persone a Gaza City, mentre l’esercito israeliano continua l’assalto al più grande centro urbano di Gaza.
La dichiarazione di una cosiddetta ‘zona umanitaria’ nel sud di Gaza è stata fatta unilateralmente dalle autorità israeliane e le Nazioni Unite e la comunità umanitaria in generale non fanno parte di tale designazione. Lo ha affermato Olga Cherevko, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari. In una dichiarazione, l’oNu ha dichiarato di rimanere a Gaza City per fornire aiuti e ha avvertito che la continua offensiva spingerà la popolazione verso una catastrofe ancora più profonda. Secondo le Nazioni Unite, coloro che decidono di spostarsi devono vedersi soddisfatti i propri bisogni essenziali e devono essere in grado di tornare volontariamente quando la situazione lo consentirà.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato di aver colpito poco fa un grattacielo a Gaza City, utilizzato da Hamas per raccogliere informazioni e per scopi operativi. Secondo l’esercito, riporta Times of Israel, gli agenti di Hamas avevano installato apparecchiature di sorveglianza e postazioni di osservazione nell’edificio per monitorare i movimenti delle Idf e avevano piazzato numerosi ordigni esplosivi nelle vicinanze per colpire le truppe israeliane. Le Idf affermano inoltre che il gruppo manteneva infrastrutture sotterranee adiacenti al sito, utilizzate per dirigere le attività terroristiche. L’esercito sottolinea che prima dell’attacco sono state adottate misure precauzionali per ridurre al minimo i danni ai civili, tra cui l’emissione di avvisi di evacuazione, l’uso di munizioni di precisione e la sorveglianza aerea. L’attacco avviene un giorno dopo che le Idf hanno distrutto un altro grattacielo a Gaza City, che secondo l’esercito israeliano veniva utilizzato da Hamas come infrastruttura terroristica.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno emesso un ulteriore avvertimento urgente ai residenti di diversi quartieri di Gaza City, chiedendo la loro immediata evacuazione in vista di un imminente attacco. Il portavoce in lingua araba Avichay Adraee afferma che l’esercito sta preparando un attacco mirato contro un grattacielo di Gaza City e le tende adiacenti, che a suo dire contengono infrastrutture terroristiche di Hamas. I civili hanno ricevuto istruzioni di dirigersi a sud, verso la zona umanitaria designata ad al-Mawasi, vicino a Khan Younis. L’avvertimento giunge mentre le forze israeliane avanzano sempre più nella città di Gaza con l’intenzione di smantellare le restanti roccaforti di Hamas, esortando allo stesso tempo i civili a evacuare verso sud per la loro sicurezza. Ieri le Idf hanno colpito un altro grattacielo della città, sostenendo che fosse utilizzato da Hamas per scopi militari.
Almeno 21 persone sono state uccise, di cui 13 a Gaza City, dalle forze israeliane durante gli attacchi dall’alba. Lo riporta Al Jazeera. Sei persone sono morte nelle ultime 24 ore a causa della fame imposta da Israele, ha dichiarato il ministero della Salute di Gaza.
Il portavoce in arabo delle Idf, il colonnello Avichai Adraee, ha diramato un “avviso urgente” ai residenti di Gaza City, invitandoli a evacuare un edificio e le tende adiacenti nella zona di Beirut Junction e Arab League University Street, in preparazione di un attacco. “Le Idf attaccheranno presto l’edificio a causa della presenza di infrastrutture terroristiche di Hamas al suo interno o nelle sue vicinanze. Per la vostra sicurezza, siete tenuti a evacuare immediatamente la zona a sud verso l’area umanitaria di Khan Yunis”, ha dichiarato il colonnello dell’Idf, come riporta Ynet
Negli ultimi tre giorni, le forze israeliane hanno intensificato la loro campagna genocida e i piani di pulizia etnica, estendendo l’attività militare a Gaza City, dove i bombardamenti sono in corso giorno e notte. La gente è terrorizzata e non sa dove andare o cosa fare. Abbiamo visto interi quartieri distrutti e demoliti; aree in cui praticamente non è rimasto in piedi un solo edificio. È vero che questi quartieri si trovano in aree sottoposte a ordini di evacuazione, ma gli attacchi non si limitano a queste località; si verificano anche nel resto di Gaza City, dove vivono ancora centinaia di migliaia di persone”. Lo ha dichiarato Esperanza Santos, coordinatrice delle emergenze di Medici Senza Frontiere (Msf) a Gaza City. “I nostri team continuano a curare i palestinesi feriti dai raid aerei israeliani (coloro che riportano ustioni, traumi e fratture gravi) e continuano a fornire assistenza medica ai pazienti malnutriti nelle nostre unità di terapia intensiva materna e neonatale. Le strutture mediche rimanenti a Gaza City sono sovraffollate. Evacuare tutti i pazienti, compresi i neonati e quelli in condizioni critiche, sarebbe estremamente difficile”, ha spiegato la coordinatrice di Msf, aggiungendo che “pochissimi sono riusciti a spostarsi a sud, perché la maggior parte delle persone non ha i mezzi per viaggiare e non può permettersi un passaggio. In ogni caso, anche se riuscissero ad andarsene, non ci sono aree designate nel sud in cui quasi un altro milione di persone possa stabilirsi, né ci sono luoghi al riparo dagli attacchi”. “Le persone ricevono messaggi contrastanti e non sanno cosa fare, mentre sono assediate da bombardamenti e attacchi. Molti hanno deciso di rimanere a Gaza City semplicemente perché non hanno altra scelta; sentono di non avere un posto migliore dove andare. L’offensiva israeliana contro Gaza City deve cessare immediatamente. Il genocidio deve finire una volta per tutte”, ha concluso Santos.
In un messaggio sul proprio canale Telegram, Idf, le forze di difesa israeliane, avvisano gli abitanti di Gaza City di spostarsi verso Sud, in una “zona umanitaria”, di cui allegano anche una foto. “Alla luce dell’espansione dell’operazione di terra a Gaza City e della presa delle roccaforti di Hamas nell’ambito dell’Operazione ‘Gideon’s Chariots II’”, le IDF hanno annunciato oggi la designazione di un’area umanitaria a Khan Yunis.”L’area umanitaria comprende infrastrutture umanitarie essenziali come ospedali da campo, condutture idriche e impianti di desalinizzazione, oltre alla fornitura continua di cibo, tende, medicinali e attrezzature mediche all’area, che saranno fornite in coordinamento con il COGAT e la comunità internazionale”.