Tra abbracci e saluti commossi, i 300 attivisti che partecipano alla Global Sumud Flotilla, tra cui Greta Thunberg, si sono imbarcati a Barcellona. Circa venti navi, per lo più barche a vela, sono salpate dal Moll de la Fusta poco dopo le tre e mezza del pomeriggio di domenica. Il caldo non ha scoraggiato i manifestanti che hanno affollato il porto per incoraggiare gli attivisti e mostrare il loro sostegno alla Palestina. Le imbarcazioni partite dalla città catalana si uniranno a quelle che salperanno dai porti della Tunisia, della Grecia e della Sicilia il 4 settembre. Cinque navi sono già partite da Genova dove sabato sera si è tenuta una fiaccolata per salutarle.
Che cos’è la Global Sumud Flotilla
La Global Sumud Flotilla è la più grande missione civile internazionale che tenterà di rompere il blocco navale di Gaza. L’obiettivo di questa iniziativa, come spiegano gli organizzatori, è quello di “rompere l’assedio via mare, aprire un corridoio umanitario e porre fine al genocidio in corso del popolo palestinese“. Alla Flotilla hanno aderito delegazioni provenienti da 44 Paesi. Tra i volti noti che si sono imbarcati ci sono anche l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, l’attivista brasiliano Thiago Avila – arrestato da Israele nella precedente spedizione – e l’attivista palestinese Saif Abukeshek.
Thunberg denuncia il “fallimento” dei governanti
Thunberg, in una conferenza stampa prima della partenza, ha denunciato il silenzio del mondo e il “fallimento” dei governanti “nell’adempiere ai loro doveri legali più elementari di agire, di prevenire un genocidio“. Di fronte a questa inerzia, è la società civile a mobilitarsi, “non c’è alternativa”, ha affermato l’attivista svedese che si è detta poi “terrorizzata” da come “le persone possano andare avanti con le loro vite, accettando un genocidio e guardandolo in diretta dai cellulari”. Thunberg si è scagliata contro Israele affermando che è “chiaro il suo intento di commettere un genocidio” dei palestinesi e ha assicurato che se la Flotilla verrà bloccata anche questa volta da Tel Aviv, tornerà “ancora più numerosa”. Saif Abukeshek ha spiegato che la scelta di Barcellona per la partenza delle barche non è stata causale ma è frutto del fatto che la città catalana è stata “un punto di riferimento per la solidarietà ai palestinesi” e che da qui sono transitate barche con armi dirette a Israele. “Vogliamo che i nostri porti siano liberi dalla complicità con il genocidio“, ha affermato, tenendo a sottolineare che “quello che accade in Palestina non è iniziato 22 mesi fa, in quanto la pulizia etnica va avanti da anni“. L’attivista palestinese ha detto in un’intervista rilasciata alla tv pubblica spagnola Tve che circa 70 imbarcazioni dovrebbero partecipare alla tappa finale del viaggio della Flotilla e che potrebbero raggiungere Gaza intorno al 14 o 15 settembre. L’ex sindaca di Barcellona, Ada Colau, ha rivendicato di aver rotto le relazioni con Israele durante il suo mandato e ha esortato tutte le istituzioni in Europa a fare lo stesso. “Non ci arrenderemo“, “a rischio ci sono prima di tutto le vite dei palestinesi ma anche il futuro dell’umanità”, ha detto Colau in un’intervista rilasciata a LaPresse prima della partenza. Tra i personaggi noti che sostengono la Flotilla ci sono anche l’attrice statunitense Susan Sarandon e l’attore irlandese Liam Cunningham, noto per aver interpretato Ser Davos ne ‘Il Trono di spade’. In conferenza stampa Cunningham ha mostrato un video in cui una ragazza cantava mentre organizzava il proprio funerale. La ragazza, Fatima, è morta quattro giorni fa, ha detto. “In che tipo di mondo siamo finiti, dove i bambini organizzano il proprio funerale?”, ha chiesto davanti ai giornalisti.
In 5mila a salutare la partenza della Flotilla
I manifestanti, circa 5mila, hanno riempito il porto di Barcellona fin dalla mattina, sventolando bandiere palestinesi, indossando la kefiah e gridando slogan come “Israele non è uno Stato, è un’occupazione”, e “dal fiume al mare, la Palestina vincerà“. I dimostranti hanno chiesto a gran voce sanzioni allo Stato ebraico, esortando l’Ue a porre fine alla “complicità con il genocidio”. Tra la folla è spuntata anche un’enorme raffigurazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu con le mani sporche di sangue e i baffetti come quelli di Adolf Hitler. Un’enorme bandiera palestinese è stata srotolata mentre gli attivisti sfilavano sul molo con i loro zaini pronti per imbarcarsi. La folla li ha applauditi al grido di “Palestina libera”. Prima della partenza le navi sono state caricate con gli aiuti umanitari ovvero farmaci e cibo commestibile per persone che patiscono la fame.
Continua l’offensiva israeliana su Gaza City
La missione è stata lanciata dopo che Israele ha iniziato a intensificare le operazioni militari per prendere il controllo di Gaza City. Sabato un funzionario israeliano ha dichiarato all’Associated Press che il Paese interromperà o rallenterà presto gli aiuti umanitari in alcune zone del nord di Gaza, mentre espande la sua offensiva militare contro Hamas. Nei giorni scorsi l’Onu ha certificato per la prima volta in maniera ufficiale che a Gaza è in corso una carestia “interamente provocata dall’uomo”. Secondo il ministero della Salute della Striscia, controllato da Hamas, almeno 332 palestinesi sono morti per malnutrizione, tra cui 124 bambini, dall’inizio della guerra.