Era il 20 agosto 2018 quando una ragazzina di 15 anni iniziava uno sciopero per il clima davanti al Parlamento svedese, non andando a scuola, e fermandosi in piazza per ore da sola, con dei cartelli e volantini. Era Greta Thunberg.
La ragazzina svedese per protesta non andava a scuola. Il suo era (ed è) uno sciopero contro l’emergenza climatica ma soprattutto contro l’immobilismo della politica che a suo dire non fa abbastanza per tutelare l’ambiente. “Siccome voi ve ne fregate del mio futuro, lo farò anche io”, affermava Greta nel video pubblicato i primi giorni del suo sciopero dall’associazione ‘We don’t have time’, ‘Non abbiamo tempo’.
La studentessa stazionava tutti i giorni davanti al Parlamento di Stoccolma. Studiava, leggeva, cercava di tenersi al passo coi compagni e distribuiva intanto volantini per sensibilizzare i suoi concittadini sulla questione ambientale raccogliendo la solidarietà di molte persone. Decine le interviste rilasciate dalla giovane a tv e giornali. La protesta di Greta arrivava in quella che era risultata l’estate più calda in Svezia da quando sono iniziate le rilevazioni, cioè da 262 anni. “Faccio questo sciopero perché nessuno fa nulla, voglio che la politica dia priorità alla questione climatica e la tratti per la crisi che è”, spiegava la giovanissima attivista.
I primi passi del suo attivismo: il discorso a Davos
Celebre furono alcuni momenti subito successivi alla sua protesta, nel 2019: dal suo discorso a Davos, durissimo nei confronti dei ‘potenti della Terra’, alla candidatura al Nobel per la Pace. “Penso che il mio messaggio passi molto anche perché sono una bambina, perché quando un bambino dice agli adulti che avete rubato il nostro futuro, il mio e quello dei giovani, che la vostra generazione ci ha fatto questo, credo che loro si sentano in colpa e sì, ascoltano quello che ho da dire” disse a Davos.
“Quando ho iniziato tutto questo non mi aspettavo nulla. Pensavo: vediamo cosa succede e se non succede nulla va bene lo stesso. Ma non avrei mai immaginato che sarebbe diventato così grande e si sarebbe diffuso così tanto, fino al punto che ora ci sono scioperi scolastici in ogni continente tranne l’Antartide. È davvero fantastico e incredibile”. “Penso che sia un po’ ipocrita venire qui con jet privati e parlare della crisi climatica dicendo: oh, ci teniamo molto a questo, quando in realtà è ovvio che non è così”, aggiungeva l’allora giovanissima attivista.
Il viaggio in barca negli Usa
Greta Thunberg aveva deciso poi di portare il suo messaggio in America in barca, per non impattare sul clima. La sedicenne svedese aveva infatti deciso di attraversare l’Atlantico a bordo di uno yacht da regata ad alta tecnologia, con partenza prevista dalla Gran Bretagna.
In un’intervista esclusiva rilasciata all’Associated Press prima dell’annuncio, Thunberg aveva raccontato di aver passato molto tempo a cercare di capire se potesse accettare gli inviti a partecipare ai vertici sul clima delle Nazioni Unite che si tenevano quell’anno a New York e a Santiago del Cile. Thunberg, che non prende l’aereo a causa delle elevate emissioni di gas serra dei voli, aveva detto: “Non sto dicendo che le persone dovrebbero smettere di volare. Sto solo dicendo che deve essere più facile essere climaticamente neutrali“.

Dai Fridays for Future alla Freedom Flotilla
Negli anni il suo impegno ha portato alla nascita dei Fridays for Future in tutto il mondo, e poi di Extinction Rebellion. Recentemente Greta Thunberg si è anche distinta come attivista pro Pal, salendo a bordo della nave della Freedom Flotilla che è stata bloccata poi da Israele in acque internazionali, mentre l’intero equipaggio è stato portato a terra e poi espulso.
“Dobbiamo mantenere la promessa al popolo palestinese di fare di tutto per protestare contro il genocidio, per tentare di aprire i corridoi umanitari e interrompere l’assedio”, ha detto l’attivista svedese prima che salpasse la Freedom Flotilla: “Dobbiamo continuare a provare, perché nel momento in cui smettiamo di provare è quando perdiamo la nostra umanità. Non è importante quanto questa missione sia pericolosa non è pericolosa quanto il silenzio del mondo intero davanti a questo genocidio”.
Recentemente Greta Thunberg ha annunciato sul suo account Instagram che prenderà parte alla fine del mese a un altro viaggio della Flotilla che mira a rompere il blocco navale israeliano sulla Striscia di Gaza. “Il 31 agosto lanceremo il più grande tentativo di sempre per rompere l’illegale assedio israeliano su Gaza con decine di imbarcazioni in partenza dalla Spagna“, ha scritto Greta Thunberg.
“Il 4 settembre incontreremo decine di altre persone in partenza dalla Tunisia e da altri porti. Stiamo anche mobilitando più di 44 Paesi in manifestazioni e azioni simultanee per rompere la complicità in solidarietà con il popolo palestinese. Unitevi a questa iniziativa in questo momento decisivo”, ha aggiunto Thunberg.