Le diplomazie di Stati Uniti e Unione Europea continuano a lavorare senza sosta per mettere fine al conflitto in Ucraina e dopo il vertice di Washington le parole che più ricorrono sono ‘garanzie di sicurezza’ e ‘articolo 5 della Nato‘. A proporre un meccanismo basato proprio sull’articolo 5 del Trattato dell’Alleanza Atlantica, base del sistema di difesa collettiva, è stata l’Italia, come ha sottolineato la stessa premier Giorgia Meloni in occasione dell’incontro con Trump, Zelensky e i leader Ue alla Casa Bianca e poi ancora i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della Difesa, Guido Crosetto.
“Benissimo che sia stata accolta la proposta italiana di garantire la sicurezza dell’Ucraina in futuro con una sorta di copia dell’articolo 5 della Nato: un’azione di mutuo soccorso dei Paesi, compresi gli Stati Uniti, amici dell’Ucraina in caso di aggressione militare da parte di terzi, compresa la Russia”, ha spiegato il vicepremier commentando i risultati del vertice di Washington. “È una delle possibili soluzioni e non è incompatibile con quella dei Volenterosi. Si possono realizzare entrambe”, ha affermato invece il titolare della Difesa Guido Crosetto in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
Perché l’articolo 5 può aiutare l’Ucraina
Il modello pensato per garantire la sicurezza dell’Ucraina è come quello previsto dell’articolo 5 del Trattato della Nato ma senza l’adesione formale di Kiev all’Alleanza, a cui la Russia si è sempre opposta. Sebbene siano ancora da delineare i dettagli, un primo passo avanti si è registrato con l’impegno a partecipare degli Usa. Impegno “accolto con favore” dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che alla Casa Bianca ha sottolineato l’importanza di “solide garanzie di sicurezza che devono concentrarsi innanzitutto sul rafforzamento dell’esercito ucraino”, riferisce una portavoce.
L’articolo 5, ha precisato ancora Crosetto nell’intervista a Repubblica, “è un impegno di sicurezza che si assumerebbero le nazioni. L’idea di Meloni, discussa anche ieri (a Washington, ndr), è che possa essere la Nato – come alleanza difensiva – ad assicurare a un Paese esterno come l’Ucraina la sua protezione. In alternativa, potrebbero impegnarsi a farlo singole nazioni. Si sceglierà il meccanismo migliore. Di certo, con la Nato, si garantirebbe una deterrenza superiore”. E sulle critiche mosse dalla Coalizione dei volenterosi a questo meccanismo, Crosetto sottolinea: “Continuo a dire da mesi: vediamo le condizioni della tregua. Una di queste, se i russi accetteranno l’articolo 5, potrebbe essere quella di non avere truppe di altri paesi, per di più europei, in Ucraina”.
Articolo 5, il testo nel Trattato
Ecco il testo dell’articolo 5 del Trattato della Nato, siglato nel 1949 dagli Alleati.
“Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.