Israele e Siria hanno concordato un cessate il fuoco sostenuto da Turchia, Giordania e altri Paesi. Lo ha annunciato in un post su X l’ambasciatore statunitense ad Ankara, Tom Barrack. Lo riporta Sky News. “Invitiamo drusi, beduini e sunniti a deporre le armi e, insieme alle altre minoranze, a costruire una nuova identità siriana unita”, ha affermato il diplomatico nel post.
Presidenza siriana conferma: “Cessate il fuoco immediato e completo”
La presidenza siriana ha annunciato un cessate il fuoco “immediato e completo” nella provincia a maggioranza drusa di Sweida e l’inizio del dispiegamento delle forze di sicurezza nella provincia. Una conferma dopo l’annuncio nella notte dell’inviato statunitense Barrack. Damasco ha affermato in una nota che i militari hanno iniziato a schierarsi in diverse zone per garantire l’attuazione del cessate il fuoco.
80mila sfollati dall’inizio degli scontri
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni (Oim), quasi 80mila persone sono state sfollate dall’inizio degli scontri tra drusi, beduini e esercito israeliano, iniziati domenica scorsa. Intanto ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto una telefonata con il leader di Mosca Vladimir Putin e ha affermato che gli scontri seguiti al ritiro delle forze siriane da Sweida rappresentano una minaccia per l’intera regione. Lo riporta l’agenzia Anadolu. Il presidente ha precisato che Akara mira a garantire la stabilità e la sicurezza in Siria e a sostenerne la ripresa del Paese e che è importante che lo Stato ebraico non violi la sovranità di Damasco.
Perché Israele ha attaccato la Siria
Ma perché Israele ha deciso di attaccare la Siria? Lo ha spiegato Benjamin Netanyahu qualche giorno fa in una dichiarazione congiunta con il ministro della Difesa Israel Katz. Il premier ha ordinato all’Idf di colpire “le forze del regime e le armi che sono state introdotte nella zona di Sweida”, cosa che Tel Aviv considera essere “contraria alla politica di smilitarizzazione decisa, che proibisce l’ingresso di forze e armi nella Siria meridionale che mettono in pericolo Israele”. “Israele si impegna a impedire che vengano arrecati danni ai drusi in Siria grazie alla profonda alleanza fraterna con i nostri cittadini drusi in Israele e ai loro legami familiari e storici con i drusi in Siria, e stiamo agendo per impedire al regime siriano di arrecare loro danno e per garantire la smilitarizzazione dell’area adiacente al nostro confine con la Siria”.
Ong: bilancio sale a 718 vittime
Il numero di vittime in seguito agli scontri in diverse province siriane dall’inizio dell’escalation nella provincia a maggioranza drusa di Al-Suwaidaa, domenica 13 luglio, è salito a 940.
Lo rende noto l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani. Le vittime sono così distribuite: 406 morti del governatorato di Sweida, di cui 80 civili, tra cui quattro bambini e quattro donne e 330 membri del ministero della Difesa e della Pubblica Sicurezza, tra cui 18 appartenenti alle tribù beduine; 15 membri dei ministeri della Difesa e dell’Interno uccisi in raid israeliani; tre persone, tra cui una donna e due individui non identificati, uccise nel bombardamento dell’edificio del ministero della Difesa da parte dell’aviazione israeliana; un giornalista ucciso durante gli scontri a Sweida; 182 persone, tra cui 26 donne, sei bambini e un uomo anziano, uccise in esecuzioni sommarie sul campo da membri dei ministeri della Difesa e dell’Interno; tre membri della tribù beduina, tra cui una donna e un bambino, uccisi in esecuzioni sommarie da militanti drusi.