Dazi, Ue: “I tecnici a Washington, nuova lista di contromisure solo dopo il 1° agosto”

Dazi, Ue: “I tecnici a Washington, nuova lista di contromisure solo dopo il 1° agosto”

Si entra nella fase più delicata dei negoziati

Sui dazi, “posso confermare che il commissario Sefcovic ha avuto una chiamata con il Segretario al Commercio statunitense, Howard Lutnik, ieri sera. Non posso fornire dettagli al riguardo. Posso confermare che il commissario questa sera avrà una chiamata con il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer. Posso confermare che i team tecnici della Commissione Europea sono in viaggio verso Washington DC in questo momento. E non entrerò in ulteriori dettagli riguardo ai negoziati con gli Stati Uniti, perché ci troviamo nella fase più delicata di tali negoziati in questo momento, lavorando per raggiungere un accordo di principio prima della scadenza fissata dagli Stati Uniti del 1° agosto”. Lo afferma il portavoce della Commissione europea, Olof Gill, nel briefing quotidiano con la stampa.

Il secondo elenco di contromisure

“Il secondo elenco di contromisure, stilato dalla Commissione Europea e per il quale abbiamo condotto una consultazione di quattro settimane con gli Stati membri, le parti interessate e l’industria diverse settimane fa, è stato inviato ieri agli Stati membri; ora avranno l’opportunità di esaminarlo – prosegue -. Ciò che accadrà a quel punto è che la Commissione avvierà quella che chiamiamo la nostra procedura standard di comitologia, che consiste essenzialmente nell’ascoltare le opinioni degli Stati membri. Presenteremo una proposta agli Stati membri, che poi approveranno il secondo elenco. Tuttavia, posso dirvi che non è nostra intenzione presentare contromisure prima del 1° agosto, quando i negoziati proseguiranno”.

Merz: “Lavoriamo per soluzione rapida con gli Usa, Ue è preparata”

“Siamo in stretto contatto sia con il presidente degli Stati Uniti che con la presidente della Commissione Europea. Il nostro obiettivo è e rimane quello di raggiungere rapidamente una soluzione che faciliti gli scambi commerciali con gli Stati Uniti e preveda nuovamente dazi doganali più bassi”. Lo ha detto il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, in conferenza stampa con il leader della Csu, Markus Soeder, in Baviera. “Non sarà facile, ma sono fiducioso che ci riusciremo. Ora abbiamo tempo fino alla fine di luglio per condurre i negoziati. Durante il fine settimana, ho sostenuto la necessità di non imporre dazi reciproci ora. Questo avrebbe potuto accadere automaticamente ieri. Il governo degli Stati Uniti non dovrebbe sottovalutare la nostra disponibilità a rispondere a oneri tariffari eccessivamente elevati con misure simili. Nell’Unione Europea siamo preparati”, ha detto ancora Merz.

Francia: “Tariffe al 30% un ricatto, non siamo vassalli degli Usa”

“La minaccia degli Stati Uniti di applicare un dazio del 30% all’Unione Europea rappresenta un approccio sbagliato, che ha l’aspetto di un ricatto e non è commisurato al rapporto privilegiato tra gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea”. Lo dice il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Bruxelles. “L’Unione Europea è il partner commerciale numero uno degli Stati Uniti, ma non è destinata a diventare un vassallo degli Stati Uniti”, rimarca.

“Ricordiamo che l’economia americana ha un bisogno vitale dell’economia europea per funzionare – spiega il ministro di Parigi -. Grandi aziende digitali, le Gafam (Google, Apple, Facebook-Meta, Amazon e Microsoft), generano il 25% del loro fatturato in Europa e l’Eurozona finanzia l’economia. Il deficit pubblico americano ammonta a 3.000 miliardi di euro, al netto degli investimenti americani in Europa. Infine, ricordiamo che dal 2023 l’Unione Europea dispone di strumenti di difesa commerciale estremamente potenti contro la coercizione, che le consentono di limitare l’accesso a questi mercati degli appalti pubblici e ai mercati unici dei servizi, compresi i servizi digitali e i servizi finanziari. Siamo partner e dobbiamo trovare un accordo. Non c’è bisogno di essere esperti di commercio internazionale. Nel 2023, gli europei hanno deciso di dotarsi di strumenti di difesa commerciale estremamente potenti, progettati per scoraggiare la coercizione, qualunque ne sia la forma”.

Ciriani: “Governo lavora in silenzio, riferirà a tempo debito”

“Per quanto riguarda i dazi, tutti sappiamo che c’è in atto in questi giorni una interlocuzione molto forte tra i governi nazionali, la Commissione Europea, l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Il governo lavora, lavora in silenzio e riferirà a tempo debito in Parlamento come sempre ha fatto”. Lo ha detto il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani al termine della conferenza dei capigruppo in Senato.

Quindi il governo non scappa? “Non è mai scappato, non ha intenzione di iniziare a scappare”, assicura Ciriani. “Chi conosce la nostra Presidente sa che ha sicuramente il coraggio di affrontare gli avversari politici in Parlamento e fuori dal Parlamento. Si tratta in questo momento, come sanno anche le opposizioni, di rispettare il lavoro che avviene in queste ore febbrili tra i governi, l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Questa è la verità”, conclude.

Lollobrigida: “Ci vuole coesione dell’Europa”

“Io ieri ero a Bruxelles, abbiamo lavorato con il ministro, ho incontrato il vice presidente esecutivo Fitto, ho incontrato gli altri colleghi. Ci vuole coesione europea e consapevolezza di un ruolo da parte dell’Europa che deve tornare a essere in grado di assumersi alcune responsabilità importanti, intanto verso i propri produttori, garantendogli competitività, e poi nei rapporti commerciali. Se a livello internazionale dimostri debolezza, certamente altri se ne approfittano, a Est, e poi magari anche tra gli alleati strategici possono esserci delle criticità che vanno superate”. Così il ministro all’Agricoltura, alla sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ad Ancona. “Però in questo caso, a nostro avviso – prosegue il ministro – non con un braccio di ferro insensato in cui a un errore, perché per noi i dazi sono un errore, si risponde con un altro errore, cioè i controdazi. Soprattutto perché le nostre imprese in molti casi esportano e importano, cioè importano materiali da altre, anche dagli Stati Uniti, e quindi pagherebbero due volte il dazio. Non ha una grande logica questo”. “Io credo – aggiunge – che il dialogo nei prossimi giorni possa mettere tutti in condizione di capire che c’è in gioco molto di più rispetto al commercio. C’è in gioco la difesa di modelli istituzionali democratici, rappresentati tanto dai paesi dell’Europa quanto dagli Stati Uniti, che devono garantire prosperità ai loro popoli perché non guardino a modelli autocratici pericolosi per la nostra libertà come esempio di virtù economica”.

Dazi: quali sono le tariffe imposte da Trump

Da l1° agosto dovrebbero scattare le tariffe doganali imposte da Donald Trump a diversi Paesi in tutto il mondo. Resta lo spiraglio dei negoziati: “Le tariffe sono definitive ma potremmo valutare offerte diverse”, le parole del tycoon.

  • Il capo della Casa Bianca sabato ha annunciato dazi del 30% alla Ue e del 30% al Messico
  • Dall’Africa all’Asia, la scure di Trump ha colpito quasi tutti con tariffe dal 25 al 40%
  • Si va dal 25% per Tunisia, Malesia, Corea del Sud e Giappone per poi salire al 30% del Sudafrica
  • Tariffe ancora più alte per Bangladesh (35%) e per Cambogia e Thailandia (36%). Dazi addirittura al 40% per Myanmar e Laos

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