Nella notte fra sabato e domenica la Russia ha sferrato un maxi raid aereo sull’Ucraina. Secondo Kiev sono stati 537 i droni e missili utilizzati da Mosca in quello che viene considerato il più grande attacco dall’inizio della guerra. Tutto il Paese è finito nel mirino delle forze armate russe, compresa la parte occidentale lontana dal fronte. La Russia ha fatto sapere che l’obiettivo del “massiccio” attacco erano “il complesso militare-industriale ucraino” e “le raffinerie di petrolio“. Kiev ha confermato la perdita di un caccia F-16 e la morte del pilota. Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiga l’attacco russo “dimostra l’urgenza di nuove sanzioni”.
Almost all night long, air raid alerts sounded across Ukraine — 477 drones were in our skies, most of them Russian-Iranian Shaheds, along with 60 missiles of various types. The Russians were targeting everything that sustains life. A residential building in Smila was also hit,… pic.twitter.com/1ExZhYAMBg
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) June 29, 2025
Mosca la pensa in maniera diametralmente opposta. La Russia – ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non può “essere spinta a negoziare” con l’Ucraina con nuove sanzioni ma solo “con la logica e le argomentazioni”. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha rincarato la dose affermando che l’Occidente “cerca di sconfiggere strategicamente la Russia, usando il regime di Kiev come ariete” ma “non ci riuscirà” e “probabilmente sta iniziando a capirlo”.
Possibile incontro Trump-Putin
Di tutt’altro tenore le dichiarazioni riservate agli Stati Uniti. Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha parlato di relazioni “amichevoli” con l’amministrazione Trump ed è tornato sull’ipotesi di un incontro fra i due leader ritenendo come data e luogo possibile la celebrazione dell’80esimo anniversario delle Nazioni Unite in programma ad ottobre. “Potrebbe essere un buon motivo”, ha argomentato.
L’Ucraina si ritira dalla convenzione sulle mine anti-uomo
Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha firmato il decreto per il ritiro di Kiev dalla Convenzione di Ottawa che vieta le mine antiuomo. Il trattato del 1997, a cui hanno aderito oltre 160 paesi ma non la Russia, vieta l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di mine antiuomo, nel tentativo di proteggere i civili dagli esplosivi sparsi che potrebbero ancora ferirli molto tempo dopo la fine di un conflitto. Il ministero degli Esteri ucraino ha spiegato che la decisione è dovuta “all’aggressione russa” con Mosca che ha fatto un uso “massiccio” di queste armi creando “un vantaggio asimmetrico” in suo favore.